Lì dove ci
sono delle sbarre, delle regole, dei tempi, lì dove devi seguire un percorso
preciso ...lì impari a diventare forte, a diventare libero.
È la gabbia
della grammatica.
È la gabbia
dell’istituto minorile di Nisida.
E quando le
sbarre dell’una incontrano le sbarre dell’altro, e le regole diventano parola
...ogni libertà diventa possibile...e la libertà di scrivere e di imparare
diventa la possibilità di sperare in un futuro di verso, di immaginarsi e
diventare migliori.
Questa è la
sfida de La grammatica di Nisida, un libro nato da un anno di lavoro di
nove scrittori con i ragazzi di Nisida.
Viola Ardone, Luigi Romolo Carrino,
Daniela de Crescenzo, Maurizio de Giovanni, Alessandro Gallo, Antonio Menna,
Tjuna Notarbartolo, Anna Petrazzuolo, Patrizia Rinaldi hanno lavorato in
classe, con i ragazzi e le ragazze di Nisida, per produrre, ciascuno, un
racconto che ponesse particolare attenzione ad una delle nove tradizionali
parti del discorso. Una Scuola di Scrittura inserita in un percorso didattico che,
come si dice ancora nella post-fazione della curatrice, «ha provato a fare del
percorso di recupero della grammatica una narrazione piena di senso: i termini
della lingua, articoli, nomi, congiunzioni, come tasselli del pensiero che non
solo descrive, ma è anche in grado di interpretare e, quindi, di poter
trasformare la realtà. La propria, soprattutto».
La Scuola di Scrittura si è intrecciata
con un convergente progetto di Lettura, grazie alla presentazione da parte di
ogni autore di un libro proprio o altrui tra cui i ragazzi e le ragazze
dell’Istituto sceglieranno nella tarda primavera il vincitore del Premio
Morante-Nisida/Roberto Dinacci/2013.
Dedicato a Roberto Dinacci, La
grammatica di Nisida – a cura di Maria Franco con la
collaborazione di Adele Micillo, Giovanni Rega, Marisa Oliviero (docenti dell’IC
Miraglia-Sogliano operanti presso l’IPM) e Carmela Brando e Patrizia
Signore (docenti dell’IC Michelangelo-Madonna Assunta, operanti presso
l’IPM) – è pubblicato da Caracò.
La Grammatica di Nisida è nuova tappa di un lungo percorso che ha già
prodotto i tre volumi di Racconti – Racconti per Nisida, Racconti per
Nisida e l’Unità d’Italia, Racconti per Nisida, isola d’Europa – pubblicati
negli anni passati da Mario Guida.
Quest’anno però c’è una novità, il
lavoro dei nove scrittori e dei ragazzi di Nisida, non è pubblicato in un
numero di copie limitato che viene dato in omaggio, ma può essere acquistato da
tutti (...proprio da tutti e soprattutto da quelli che in questi anni hanno
chiesto sempre delle copie omaggio, come ha sottolineato qualche tempo fa su
Facebook Maria Franco, che coordina il progetto) in edizione e-book sul
sito di Caracò.
Viola Ardone dedica il suo racconto “Ai
ragazzi di Nisida, a chi sa correre e a chi può volare“.“La vita è anche un
pronome che non dovrebbe esserci, ma che ci fa “stati”, ci fa essere qualcuno”,
scrive Luigi Romolo Carrino. Daniela De Crescenzo ci presenta Mario, che ha
sedici anni, vive a Ponticelli e “sta inguaiato”, deve scegliere se vivere o
morire. Maurizio de Giovanni mette in scena un’opera teatrale, i cui
protagonisti sono un militare una ragazza, un politico, una giornalista, una
madre. Cos’hanno in comune? Un desiderio: “Vorrei vederti morto”. Alessandro Gallo racconta la storia
d’amore tra Carmela e un camorrista, la storia di una donna che decide di dire
basta al sangue, alla droga, alle armi, alla guerra. Il lavoro come
scelta di libertà per Antonio Menna. “Capii che siamo energia. E che non muore
nessuno. L’energia si trasforma. E non muore nessuno. Capivo, intuivo, sentivo.
Vedevo, intorno a me, nelle vite dei miei amici di Nisida, le conseguenze del
bene e del male. I modi in cui alcuni riuscivano a cambiare il corso delle
cose. Il modo in cui alcuni cercavano una strada diversa, il modo in cui altri
non ci pensavano proprio a cambiare”, Scrive Tjuna Notarbartolo. Anna
Petrazzuolo, invece, racconta la storia di Klaus, un bimbo di sei anni
moltiplicati per tre che passa le giornate sul suo balcone con il muso dietro
la ringhiera e che rivendica il suo diritto a essere amato. La protagonista del
racconto di Patrizia Rinaldi si chiama Gertrude, preferisce mordere invece di
studiare, preferisce le gocce ai fiumi e va avanti, sempre, alla ricerca della
parola che la renderà libera e viva, nonostante il sangue, nonostante l’amore,
nonostante la vita.
Il libro si
chiude con la testimonianza di Maria Franco: “Alcuni/e se la cavano. Qualcuno/a
è proprio bravo/a. Ma, per buona parte dei ragazzi/e che, a Nisida,
ricominciano a frequentare la scuola, abbandonata magari anni prima, un compito
d’italiano scritto è un campo minato, da cui sfuggono il più possibile. Perché
«non tengo niente da dire… non mi viene in mente niente». Perché temono di
rivelare di sé quanto non intendono comunicare. Perché, riletto dall’insegnante,
il foglio faticosamente riempito inevitabilmente rivela un esagerato numero di
errori. Tralasciando la sintassi, non sono poche le carenze grammaticali: le
terze persone dell’indicativo presente dei verbi essere e avere senza accento e
senza h; le doppie che mancano quando ci vogliono ma appaiono quando sono
tutt’altro che richieste; le m e le n che si confondono tra di loro, il gran
numero di t che diventano d”.
Nove
racconti secchi come un nome. Forti come un verbo. Ricchi come un aggettivo.
Sinceri come un pronome. Nove racconti di parole e sentimenti, di esperienza e
di sogni.
Testo tratto da Il
Voltapagina il blog di Cristina Zagaria
http://www.cristinazagaria.it/2013/04/la-grammatica-di-nisida_9082.html
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