venerdì 1 maggio 2020

Dei morti, dei vivi e del futuro






I morti chi morti e i vivi chi biscotti.

I miei nonni e bisnonni –contadini, poveri, timorati di Dio – dicevano, a modo loro, che la vita ricomincia: sempre: che dovere dei vivi è vivere. Cosa che non toglie e neppure diminuisce il dolore per chi non c’è più. Semplicemente: la vita, pur dolente e anche per rispetto a chi non c'è più, chiede cibo e sguardo in avanti.

Ieri, dopo l’intervento di Renzi in Senato, mi sarei aspettata un gran dibattito –anche acceso da parte di chi pensa non sia il momento e, magari, neppure modo – sul ventilato nuovo governo prossimo venturo.

Mi sono, invece, trovata geremiadi di scandalizzati – molti con toni violentissimi – contro le sue parole sui morti da Conad 19 che ci chiederebbero di riaprire alla vita: che a me sono sembrate “normali”.

Si dice che, quando uno parla o scrive, e non viene capito è colpa sua. Non ne sono sempre certa. Ma bisogna tenerne conto.


Ps. I biscotti, in calabrese, sono pane duro

1 commento:

  1. Appunto, si riprende a vivere e si lasciano in pace i morti. Cattivo gusto a parte, però,ovviamente il problema è quello del governo. E non ho capito che indicazioni abbia tratto Renzi dall'ultima seduta spiritica.

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