I
morti chi morti e i vivi chi biscotti.
I miei nonni e bisnonni –contadini,
poveri, timorati di Dio – dicevano, a modo loro, che la vita ricomincia: sempre:
che dovere dei vivi è vivere. Cosa che non toglie e neppure diminuisce il
dolore per chi non c’è più. Semplicemente: la vita, pur dolente e anche per rispetto a chi non c'è più, chiede cibo e
sguardo in avanti.
Ieri, dopo l’intervento
di Renzi in Senato, mi sarei aspettata un gran dibattito –anche acceso da
parte di chi pensa non sia il momento e, magari, neppure modo – sul ventilato nuovo governo prossimo
venturo.
Mi sono, invece, trovata
geremiadi di scandalizzati – molti con toni violentissimi – contro le sue
parole sui morti da Conad 19 che ci chiederebbero di riaprire alla vita: che a
me sono sembrate “normali”.
Si dice che, quando uno
parla o scrive, e non viene capito è colpa sua. Non ne sono sempre certa. Ma bisogna tenerne conto.
Ps. I biscotti, in calabrese, sono pane duro
Ps. I biscotti, in calabrese, sono pane duro
Appunto, si riprende a vivere e si lasciano in pace i morti. Cattivo gusto a parte, però,ovviamente il problema è quello del governo. E non ho capito che indicazioni abbia tratto Renzi dall'ultima seduta spiritica.
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