La prima messa
domenicale dopo l’otto marzo segue - totalmente - tutte le regole definite dai protocolli di
sicurezza.
Mascherina, occhiali
e lacrime, insieme, sono un po’ troppo. Quindi, trattengo le lacrime.
Lacrime dell’allegria,
mite, del ri-cominciare, un’Ascensione come un Battesimo. E lacrime per i vincoli
cui la nostra debolezza ci obbliga di fronte al virus invisibile. Non nel
segno, dolente, della privazione, ma, in quello, felice, del dono che sarebbe
potuto non arrivare e invece arriva.
C’è sempre qualcosa
di alto e profondo quando le persone, sapendo di essere più degli angeli, si
riconoscono meno di un filo d’erba.
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