martedì 23 giugno 2020

Terra di mafia e terremoti. Ma voi in Calabria ci andreste mai?





Prendo spunto dalla molto infelice pubblicità su Lamezia apparsa sul sito di EasyJet, per una piccola provocazione, rivolta a chi ha il dovere e l’onore di aprire al turismo la Calabria al meglio di se stessa.

Se io non fossi nata a Reggio; se non avessi, a Reggio, legami affettivi profondi; se Reggio non fosse nel mio sangue. Se andare a Reggio non significasse per me andare a casa (e per ciascuno, casa è casa: valore che supera ogni altra scala di… valori):

-          a Reggio, a passare una o due settimane in vacanza, non so se ci andrei.

Certo, mi priverei di un orizzonte di fascino supremo, di un museo eccezionale e di tante altre bellezze. Ma, sull’altro piatto della bilancia, oltre alla difficoltà di arrivarci, farebbero aggio non la mafia e i terremoti, ma alcune, molto frenanti, domande:

Avrei buoni, e abbordabili, servizi d’accoglienza (alberghi, ristoranti e quant’altro)?

Tra quanta spazzatura dovrei muovermi?

Potrei, facilmente, raggiungere, che so, Gambarie, Tropea, Locri? Insomma, come potrei muovermi, anche sapendo che, intorno, ci sono bellezze naturali e storia in quantità?

Dove potrei fare il bagno in un mare senza scarichi e con una spiaggia pulita?

Potrei godere di una sufficiente offerta culturale?

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