giovedì 4 giugno 2020

La mossa del cavallo di Matteo Renzi





«Ho particolarmente sofferto per la chiusura prolungata, troppo prolungata delle scuole, un danno per tutto il paese, ma soprattutto per il Mezzogiorno, dove ci sarebbe bisogno di tempo pieno, altro che di chiusure. Ogni giorno in più senza scuole, peraltro, è una ghiotta occasione offerta alla criminalità organizzata per reclutare manovalanza, rischio alquanto sottovalutato dal dibattito pubblico italiano. Le scuole sono la vera frontiera contro la malavita, la camorra, la ‘ndrangheta, la mafia, e tenere i ragazzi in casa prima, per strada poi, è il più grave errore educativo che potessimo commettere. Rappresenta inoltre un serio problema per le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano perché alla fine il conto di questa scelta lo pagano quasi sempre – ingiustamente – le mamme, sul lavoro e nella vita privata.» Matteo Renzi, La mossa del cavallo, Marsilio.



Taddarita è, in dialetto reggino, il pipistrello. Ma è, anche, la bambina vivace, che sprizza energia da tutti i pori. Il brutto che diventa bello, il nero che sa di morte che si fa arcobaleno d’allegria. Da chi porta malaugurio anche mortale (anche quando nulla si sapeva del coronavirus) a un vortice di incontenibile vitalità.

Sono a poco meno di metà del libro di Matteo Renzi. Sulle singole proposte ci sarà tempo e modo di confrontarsi. Ma lo spirito de La mossa del cavallo è di quelli che fanno respirare: tirar fuori dalla più grave catastrofe da molti anni a questa parte, l’entusiasmo, il dinamismo, la creatività per un nuovo Rinascimento. Trasformare la possibile epocale depressione economico-sociale nell’ambizione di un epocale nuovo sviluppo: di una crescita umana e culturale, oltre che economica, sociale, tecnologica.

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