lunedì 15 giugno 2020

Lasciamo in pace le statue. E discutiamo del presente


 
Canova al Mann (2019): della serie: quando le statue sono solo da ammirare

Devo l’avvio alla lettura – e l’ho raccontato più volte – ai regali della Prima Comunione e, subito dopo, ai tanti di una famiglia che aveva, a quel tempo, un importante negozio di cancelleria con una parte libreria. 

Ragazzina di campagna, tra gli otto e i quattordici anni – poi cominciai a comprarmeli da me, investendoci tutti i regali di compleanni, onomastici e promozioni – ho letto quello che mi davano (non sempre adatto alla mia età e alla mia sensibilità). Più che leggere, assorbivo. Come una spugna assetata.

Alcuni libri mi sono piaciuti molto, qualcuno mi è sembrato stupidonzolo, qualcuno mi ha fatto anche paura – Il cantico di Natale di Dickens, per esempio, che avrei amato in anni successivi, ma, allora, già la copertina giocata sui toni di un nero fosco e di un rosso cupo mi inquietava.

Due soli libri mi respinsero in maniera totale, direi fisica. Li trovai in qualche modo osceni. Quando ebbi la mia prima libreria non li ho mai esposti. Non so se stanno ancora nel fondo di qualche armadio, Storia di Roma e Storia dei Greci di Montanelli.

Ci avvertivo un modo di trattare la storia (che sarebbe poi diventata una mia passione) cinica e priva di pietas, benché non avessi queste parole (che ignoravo esistessero, figuriamoci il senso) per formulare l’oscuro sentimento che mi li faceva respingere.

Non ho mai amato il giornalista Montanelli. Anche quando, da sinistra, lo si cominciò ad apprezzare.
Eppure, quando lessi della ragazzina usata e abusata, trovai sconvolgente che, a tanti anni di distanza, ne parlasse col tono del vanto e non con quello, almeno, del rincrescimento.

Sono contro ogni distruzione di statue e similari. Contro anche l’imbrattamento della statua del giardino a lui intitolato. Con la testa. Ma, onestamente, che un po’ di vernice gli coli addosso - il cuore non riesce a farselo dispiacere. Servisse, però, a parlare del presente (delle donne; degli uomini; di chi merita statue, materiali o metaforiche). Ad affrontare i mali dell’oggi.

Ps: Sulla nostra presenza in Africa, sulle bambine-mogli rimando ancora una volta a Sangue giusto di Francesca Melandri, edito da Rizzoli. 

 
Ripreso su Zoomsud:
 

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