Lungomare di Pellaro. Domenico Dara parla del suo
primo libro Breve trattato sulle
coincidenze e annuncia il terzo volume. A domanda, risponde che l’insistenza
nel parlare di “letteratura calabrese” ha a che fare con esigenze identitarie,
più di un senso ma non con la letteratura: che è, appunto, letteratura senza
aggettivi. Lui non lo dice, ma mi sembrano correlati al suo pensiero due
concetti. Il primo è che la Calabria patisce un sotterraneo senso di inferiorità,
cui risponde con viscerali spinte identitarie da cui farebbe bene a liberarsi.
Il secondo è che ogni aggettivo legato al termine letteratura non la precisa,
ma la limita. Sono in gran parte d’accordo con lui. Che in un libro si parli di
Calabria ne fa un libro calabrese, se il tasso letterario non supera un certo
livello, se si resta, magari con grande dignità, nell’ambito del locale. Se lo
supera è, più semplicemente, letteratura. Di autori calabresi, capaci di
parlare della Calabria facendone narrazione universale ce ne sta più di uno.
Forse loro stessi devono prendere maggiore coscienza di essere, nello stesso
tempo, gente di Calabria e gente del mondo, con radici nella nostra terra, ma
rami che possono estendersi ben al di là dei confini nazionali.
Ci sono molte iniziative di volontariato
ambientale. La Proloco Reggio Sud, per esempio, ha ripulito la spiaggia di
Punta Pellaro e messo su una staccionata. Volontari hanno ripulito i guardinetti intorno al Palazzetto dello Sport, allestendo anche un campetto di calcio e uno di basket (la riapertura dell'anfiteatro è stata l'occasione per l'incontro con dara, in un bel connubio sport per ragazzi e diffusione dei libri). La scorsa domenica, alcuni volontari
hanno ripulito le aiuole di Piazza Stazione. Avrei dato volentieri una mano, se
non avessi avuto altri impegni. Stamattina (cinque giorni dopo) i sacchetti di
spazzatura raccolta aspettano ancora di trovare una destinazione.
Secondo tradizione, oggi abbiamo avuto in regalo
i primi fichi dell’anno: Sant’Anna, fica ca canna. Due note sul cibo. Uno: Paolo
Malara continua nel suo sforzo di (ri)creare una filiera positiva
contadini-lavoratori del settore-fornai per portare in tavola pane fatto con
grano locale. Io vado a comprare il pane con allegria, sognando di rivedere
anche da queste parti le spighe dorate delle estati della mia infanzia. Due: Il
gelato di Mirko sulla strada Nazionale compete con i migliori reggini: il che è
tutto dire.
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