Dal 1984 al 2017, compresi
i giorni dell’eccezionale nevicata del gennaio 1985, con lungo strascico di
strade ghiacciate, non ricordo che la scuola sia mai stata chiusa per allerta
meteo.
Nel 2018, siamo già a
quasi 10 giorni di scuola in meno per allerta meteo (e il giorno davvero
tragico, per Napoli, lo scorso 29 ottobre, l’allerta meteo non c’era).
Non intendo attaccare il
sindaco, che decide sulla base delle informazioni della Protezione civile:
nessuna polemica sugli insegnanti in vacanza e sui non pochi problemi delle
famiglie a gestire i bambini a casa potrebbe contare di fronte a eventuali
drammi nelle nostre scuole (e nelle nostre strade), le cui condizioni sono, come tutti sanno,
strutturalmente fin troppo carenti.
Ma non posso non pormi
alcune domande:
1.Siamo finalmente diventati più
attenti alla sicurezza oppure siamo semplicemente diventati solo più incapaci di gestire
qualsiasi evento appena appena più complesso del solito?
2.Nel caso, perché la
sicurezza si ferma ai minori (da 0 a 18 anni) che frequentano la scuola, e a
quelli, insegnanti, bidelli, segretari che vi lavorano? E i sedicenni che portano
il caffè negli uffici? E le commesse dei supermercati? E le infermiere? E i
medici? E gli impiegati? Ecc. ecc.
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