A Riccardo Muti
I tuoi occhi
cristallini
sfiorarono la mia
luce
che non perdeva
neanche per un
attimo
l’onda di quei
tasti
bui ma luminosi.
Ballavi su quella
nera barca
in un mare di
intensa passione
di una vita
passata
ad amare le
orecchie di noi
poveri esseri
persi
nei tuoi
cristallini occhi
musicanti.
“Voi guadagnate un
sacco di soldi”
“Io da sessant’anni
lavoro otto ore al giorno, studio, dirigo...”
“Ma voi dormite…”
“Poco, ho tanti
pensieri…Ieri sera ho diretto al San Carlo, stamattina mi sono alzato alle sei,
ho studiato due ore…”
Il maestro è
seduto ad uno dei tavolini del refettorio, ha portato ai ragazzi dei dolcini
deliziosi (i fiocchi di neve), ha chiesto se qualcuno di loro suonasse uno
strumento, e ora chiacchiera con un gruppetto cui ripete più volte: “Io studio
tutti i giorni.”
Per chi ritiene
che studiare sia inutile (ma i nostri ragazzi sono tutt’altro che soli a
pensarlo; ormai sono in tanti a farsene addirittura un vanto) è una lezione di
valore inestimabile che una persona riconosciuta nel mondo come Maestro (con la
maiuscola molto alta) continui a farlo: ogni giorno.
Muti a Nisida, 22 novembre 2018 |
Questa è la
seconda visita di Riccardo Muti a Nisida in pochi giorni, inframmezzata dalla
partecipazione di alcuni ragazze e ragazzi alla prova generale di Così fan tutte.
Dopo la prima
visita, nel nostro piccolo Laboratorio di Poesie, Valentina gli aveva dedicato alcuni versi: che oggi gli ha letto.
Uscendo, un’assistente
voleva prendere il foglio protocollo su cui era scritta la poesia per evitare che il
maestro dovesse tenere qualcosa in mano, ma Muti è stato categorico: “No,
questa la tengo io: la voglio rileggere.”
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