Visita guidata,
ieri, all’Orto botanico. Una scoperta per un gruppo di ragazzi e ragazze che, naturalmente, non c’erano mai stati e
che hanno bisogno di un po’ di tempo per sciogliersi
e lasciarsi prendere dal gusto delle piante, dei fiori, dei frutti. Come dice
uno di loro, “non è che a un ragazzo piace andare in un parco” e anche il
rispetto e l’amore per il verde è frutto di educazione, una conquista della
crescita: “Quando andiamo in classe, voi ci interrogate e vedete che abbiamo
capito.”
Anche noi
insegnanti che pure l’avevamo visitato più volte, ne scopriamo, ciascuna, parti
che non avevamo mai visto.
Mi emoziona la
sezione piante utili con la
sottosezione piante da bevande, col chinotto,
il maté, la tequila e, soprattutto, quella delle piante della Bibbia. Ecco la spina dell’omonima corona che torturò
il capo di Cristo, il sicomoro, su cui salì Zaccheo che, piccolo di statura,
cercava un luogo per vedere Gesù e restò stupefatto quando si sentì chiamare: “Zaccheo, scendi
subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua.”,
e la zizzania che – ci racconta il dottor Avolio, la nostra guida – è davvero
impossibile sradicare. (Dirà un’educatrice: “La zizzania è quella che proprio -nel
mondo, ndr- non manca, se ne potrebbero fare certe frittate.”)
Ma l’emozione più
forte mi viene da una delle ragazze che si sta preparando per l’ultimo anno del
superiore e relativi esami di stato. Mentre usciamo, si avvicina per chiedermi:
“Mae’, ma quale facoltà dovrei fare per poter lavorare qui? Sarebbe proprio bello.”
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