domenica 25 novembre 2018

La speranza vale più della paura





Ho avuto il privilegio, oggi, di fare la madrina di cresima ad un ragazzo che mi è caro.
Un’occasione per riflettere, anche, sulla grazia del potersi dire tutt’ora, in un’epoca post-cristiana, e sebbene tanto imperfetti, cristiani: almeno nel desiderio. E, anche, per riconoscere che non siamo nati per morire, bensì per incominciare (Hannah Arendt). E ritrovare la voglia di strappare la gioia/ai giorni futuri consapevoli che in questa vita non è difficile morire./Vivere è di gran lunga più difficile (Vladimir Mayakovsky) vale più del doppio quando lo sguardo sulla quotidianità, come in questi appunti di pochi giorni fa, rischia di accumulare soprattutto dolore.

Il fantasma e la paura

Il vestito di sartoria,
con la camicia fresca di stiro
è quasi un’armatura.
Ma qui non c’è nessun
barone rampante e neppure
un visconte dimezzato,
né un cavaliere inesistente:
solo un fantasma:
inesistente.

Assaggiato il nulla
rimasticato col niente,
ci accoglie
-umido grembo-
il buio del pozzo.
Ma il flebile tondo di luce
e la voce narrante libertà
non prosciugano
lo struggimento
di un futuro troppo oscuro.

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