venerdì 16 novembre 2018

Microstorie: L'azzurro dei momenti perfetti




Avi cchiù iorna ‘ca ruppa ‘i satizzu. (Ci sono più giorni che nodi di salsiccia, ovvero: I momenti felici sono pochi)

Margherita era figlia – meglio: nipote – di una civiltà contadina che, sperimentando costantemente di essere di passaggio in una valle di lacrime, sapeva godere con semplicità e in pienezza dei momenti di gioia donati dalla vita.

Eppure, li aveva sempre vissuti col cuore frenato, come un prestito da scontare caro: come se la felicità fosse una sorta di hybris che suscitasse la vendetta degli dei.

Solo con l’avanzare del tempo, al giro di boa tra la maturità e l’anzianità, stava imparando a respirare in pace l’azzurro dei momenti perfetti, quelli in cui un evento, un incontro, una notizia, una lettura o una passeggiata nel verde la colmavano di gratitudine e bellezza.

Camminava, in quel tramonto dorato di azzurri e di rosa, col cuore accelerato da un caffè tardivo ma assaporato con gusto, sentendo il piacere delle gambe che si muovevano spedite e l’aria che scorreva libera nelle narici. E sorrideva a se stessa, cercando le parole giuste per parafrasare la Yourcenar: stava accumulando grano per far fronte agli inverni dello spirito.

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