venerdì 1 novembre 2013

Ognissanti






Quasi alla conclusione della Leopolda 13 – appena cinque giorni fa e sembra passata una vita – c’è stato un intervento di Alessandro Baricco da brividi. Non mi riferisco alla valenza politica delle sue affermazioni e non intendo entrare nel merito di quella manifestazione in quanto “di partito”.

Ma quel riferimento, sulla scia di alcuni versi Friedrich Holderlin – Io non faccio che tornare a casa, tornare a casa da vent’anni – al futuro come ritorno a casa, seguendo i lampi di bene, di bello, che abbiamo intravisto nel passato, fa parte, appunto, dei momenti memorabili.

Non c'è nelle parole di Holderlin né in quelle di Baricco, ma tornare a casa fa pensare a ritornare al Padre del figliuol prodigo e delle esequie.

Purificare la propria memoria, cernendo della passata esperienza il grano dall’oglio, dando spazio alle presenze che abbiamo perso, riconoscendo i lampi di luce che  ci hanno trafitto, è la grazia di andare verso il futuro: tornando a casa.

Il movimento come ritorno all’inizio, l’andare avanti come recupero di ciò che abbiamo perduto, la fine come compimento di un senso che ci trascende.

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Ieri sera hanno bussato alla porta. Non aspettavo nessuno e ho chiesto chi fosse. La risposta ha tardato ad arrivare, poi si è sentito un flebile “dolcetto o scherzetto?” Le streghette, con cappello d’ordinanza, occhi ridenti e grande sacca per i dolciumi, erano due bambine sotto i dieci anni, piuttosto intimidite dalla vecchia signora che aperto. La scena si è ripetuta con altre quattro ragazzine, due più piccole, due più grandi, occhi accesi e grande sacca, arrivate un’oretta. Non non avevo dolciumi e, in sei, si sono dovute accontentare di due cioccolatini.

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Questo l’ho scritto per Zoomsud - http://www.zoomsud.it/index.php/commenti/59271-quel-che-resta-della-frutta-martorana.html - e si capisce bene come la frutta martorana mi piace molto di più guardarla che mangiarla. Una cosa che, invece, mi piace mangiare, è la zucca. La zucca è buona al forno, ottima fritta, profumata in crema, perfetta in risotti. E non ho dubbi che i tortelli alla zucca – sia quelli di Mantova che quelli di Ferrara – andrebbero inseriti da i dieci “primi” italiani da dichiarare patrimonio dell’umanità.


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