Quasi alla conclusione della
Leopolda 13 – appena cinque giorni fa e sembra passata una vita – c’è stato un
intervento di Alessandro Baricco da brividi. Non mi riferisco alla valenza
politica delle sue affermazioni e non intendo entrare nel merito di quella
manifestazione in quanto “di partito”.
Ma quel riferimento, sulla scia
di alcuni versi Friedrich Holderlin – Io
non faccio che tornare a casa, tornare a casa da vent’anni – al futuro come
ritorno a casa, seguendo i lampi di bene, di bello, che abbiamo intravisto nel
passato, fa parte, appunto, dei momenti memorabili.
Non c'è nelle parole di Holderlin né in quelle di Baricco, ma tornare a casa fa pensare a ritornare al Padre del figliuol prodigo e delle esequie.
Purificare la propria memoria,
cernendo della passata esperienza il grano dall’oglio, dando spazio alle
presenze che abbiamo perso, riconoscendo i lampi di luce che ci hanno trafitto, è la grazia di andare
verso il futuro: tornando a casa.
Il movimento come ritorno all’inizio,
l’andare avanti come recupero di ciò che abbiamo perduto, la fine come
compimento di un senso che ci trascende.
***
Ieri sera hanno bussato alla
porta. Non aspettavo nessuno e ho chiesto chi fosse. La risposta ha tardato ad
arrivare, poi si è sentito un flebile “dolcetto o scherzetto?” Le streghette,
con cappello d’ordinanza, occhi ridenti e grande sacca per i dolciumi, erano
due bambine sotto i dieci anni, piuttosto intimidite dalla vecchia signora che
aperto. La scena si è ripetuta con altre quattro ragazzine, due più piccole,
due più grandi, occhi accesi e grande sacca, arrivate un’oretta. Non non avevo
dolciumi e, in sei, si sono dovute accontentare di due cioccolatini.
***
Questo l’ho scritto per Zoomsud -
http://www.zoomsud.it/index.php/commenti/59271-quel-che-resta-della-frutta-martorana.html
- e si capisce bene come la frutta martorana mi piace molto di più guardarla
che mangiarla. Una cosa che, invece, mi piace mangiare, è la zucca. La zucca è
buona al forno, ottima fritta, profumata in crema, perfetta in risotti. E non
ho dubbi che i tortelli alla zucca – sia quelli di Mantova che quelli di
Ferrara – andrebbero inseriti da i dieci “primi” italiani da dichiarare
patrimonio dell’umanità.
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