«I
miei nonni, arrivati in America dalla Sicilia all’inizio del Novecento, erano
italiani. I miei genitori, nati qui, erano italoamericani. Io ero, e ancora
sono, americano italiano. E anche se so che non dimenticheranno mai le loro
origini, le mie figlie sono americane. Con immagini e parole, questo magnifico
libro delinea la nostra trasformazione attraverso le generazioni, quella della
mia famiglia e di tante altre famiglie, sbarcate su queste rive a centinaia di
migliaia per lasciare la loro impronta in questo luogo che chiamiamo America».
A
differenza dei nonni di Martin Scorsese – che scrive le parole di cui sopra
nella permessa di Trovare l’America,
un libro ideato e curato dal modenese Paolo Battaglia e da Linda Barrett
Osborne, pubblicato in Italia da Anniversary Books (costo 48 euro), 500
immagini, selezionate dalla Library of Congress di Washington degli italiani
che hanno raggiunto Lamerica – i miei
nonni sono tornati in Italia.
Uno
c’è tornato ancora molto giovane, prima di sposarsi e avere figli (e mai ha
dimenticato il fratello morto nelle miniere statunitensi). L’altro, con la
moglie, è tornato nel 1960, lasciando lì fratelli, nipoti e pronipoti.
Qualche giorno fa gli ho dedicato
qualche riga su Zoomsud http://www.zoomsud.it/index.php/commenti/59133-mio-nonno-e-il-presidente-kennedy.html,
giusto un accenno a quegli intrecci di Storia e di storie di cui il mondo è
pieno e, spesso, non lo sa:
Prima di rientrare definitivamente in Italia dopo
circa trentacinque anni di emigrazione negli Stati Uniti (una parte dei quali
quale clandestino), mio nonno, forte della cittadinanza acquisita, aspettò le
elezioni del novembre 1960.
Perché un voto per John F. Kennedy – giovane,
cattolico, democratico, capace di indicare nuove frontiere di speranza, una
bella moglie accanto a lui – non intendeva proprio sprecarlo.
E al suo arrivo in Italia, parlava, di questo
voto, con un orgoglio che gli rendeva più lucido l’azzurro ceruleo degli occhi.
Come chi sa d’aver adempiuto il proprio dovere nei confronti della Storia,
scegliendo, al momento giusto, la giusta parte.
Adesso che si avvicina il cinquantesimo
anniversario di un assassinio che ha segnato la storia del Novecento e ci
saranno chissà quanti nuovi libri, analisi, dibattiti ed eventi legati ai tre
anni della presidenza Kennedy, chissà se qualcuno si appresta a ricordare
adeguatamente i calabro-italo-americani che l’hanno votato.
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