lunedì 4 novembre 2013

I nonni di Martin Scorsese e i miei







«I miei nonni, arrivati in America dalla Sicilia all’inizio del Novecento, erano italiani. I miei genitori, nati qui, erano italoamericani. Io ero, e ancora sono, americano italiano. E anche se so che non dimenticheranno mai le loro origini, le mie figlie sono americane. Con immagini e parole, questo magnifico libro delinea la nostra trasformazione attraverso le generazioni, quella della mia famiglia e di tante altre famiglie, sbarcate su queste rive a centinaia di migliaia per lasciare la loro impronta in questo luogo che chiamiamo America».

A differenza dei nonni di Martin Scorsese – che scrive le parole di cui sopra nella permessa di Trovare l’America, un libro ideato e curato dal modenese Paolo Battaglia e da Linda Barrett Osborne, pubblicato in Italia da Anniversary Books (costo 48 euro), 500 immagini, selezionate dalla Library of Congress di Washington degli italiani che hanno raggiunto Lamerica – i miei nonni sono tornati in Italia.

Uno c’è tornato ancora molto giovane, prima di sposarsi e avere figli (e mai ha dimenticato il fratello morto nelle miniere statunitensi). L’altro, con la moglie, è tornato nel 1960, lasciando lì fratelli, nipoti e pronipoti.

Qualche giorno fa gli ho dedicato qualche riga su Zoomsud http://www.zoomsud.it/index.php/commenti/59133-mio-nonno-e-il-presidente-kennedy.html, giusto un accenno a quegli intrecci di Storia e di storie di cui il mondo è pieno e, spesso, non lo sa:

Prima di rientrare definitivamente in Italia dopo circa trentacinque anni di emigrazione negli Stati Uniti (una parte dei quali quale clandestino), mio nonno, forte della cittadinanza acquisita, aspettò le elezioni del novembre 1960.
Perché un voto per John F. Kennedy – giovane, cattolico, democratico, capace di indicare nuove frontiere di speranza, una bella moglie accanto a lui – non intendeva proprio sprecarlo.
E al suo arrivo in Italia, parlava, di questo voto, con un orgoglio che gli rendeva più lucido l’azzurro ceruleo degli occhi. Come chi sa d’aver adempiuto il proprio dovere nei confronti della Storia, scegliendo, al momento giusto, la giusta parte.
Adesso che si avvicina il cinquantesimo anniversario di un assassinio che ha segnato la storia del Novecento e ci saranno chissà quanti nuovi libri, analisi, dibattiti ed eventi legati ai tre anni della presidenza Kennedy, chissà se qualcuno si appresta a ricordare adeguatamente i calabro-italo-americani che l’hanno votato.

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