domenica 29 gennaio 2012

Addio al Presidente Scalfaro


Luglio 1994. Sabato sera. Roberto Baggio aveva appena segnato il gol che ci assicurava la semifinale ai mondiali americani quando una telefonata del vicedirettore riportò i miei pensieri a Nisida. Bisognava urgentemente procurarsi della decente carta da regalo per metterci un oggettino di ceramica per Marianna Scalfaro visto che, la mattina dopo, sul presto, il Presidente della Repubblica, a Napoli per il G7, sarebbe venuto, con la figlia, a sentir messa da noi.
Non era la prima volta che Scafaro veniva a Nisida e non sarebbe stata l’ultima. Gli piaceva stare a parlare con i ragazzi, una volta si chiuse con loro nel refettorio, fuori tutti, dal direttore al servizio di scorta, tutti che andavano avanti e indietro, nervosi, nel piazzale H. Pratt, e lui dentro a ridere e scherzare con i vari Antonio, Giovanni e Giuseppe.
Quella domenica, il cielo era di un azzurro assoluto, il caldo senz’afa. Un incanto.
Avevano messo su, nel cortile, un altare protetto da un grande ombrellone e un altro ombrellone stava disposto sulla sinistra. Da lì fece l’omelia – bella, bellissima – il cappellano, don Paolo Auricchio. Non c’era alito di vento. L’aria immobile, ma tersa e luminosa.
Sotto quello stesso ombrellone, iniziò a parlare il Presidente.
Ad un certo punto, senza preavviso alcuno, s’alzò un’onda di vento potente, violentissima, e scalzò l’asta di ferro che reggeva l’ombrellone.
Fu un attimo. Vidi un cereo pallore scendere sul volto delle autorità presenti. Non c’era chi, come me, non pensasse, con orrore: ecco, il Presidente sta morendo davanti agli occhi nostri. Nessuno si mosse.
Umberto Improta, prefetto, un corpo massiccio che faceva pensare, magari, ad una certa difficoltà di muoversi velocemente, fece un balzo da ghepardo, ponendosi all’ultimo istante tra l’asta e il Presidente.
Non è che uno dei miei tantissimi ricordi “su Nisida e il Presidente Scalfaro” (che più volte ci ha anche ospitato al Quirinale).

P.s Durante la sua prima visita, il 21 novembre del 92, il Presidente Scalfaro tenne un discorso a braccio - da noi riportato poi integralmente in un numero speciale di Nisida News nel quale, tra l'altro affermò: "Sapete perché sono qua? Certo che sarei venuto una volta o l'altra, però rendo testimonianza a persona che stimo altissimamente e della quale sono amico, il Presidente della Camera dei Deputati, on. Napolitano, che con estrema delicatezza, mentre io gli dicevo: vado a Napoli, non posso andare a Napoli alla commemorazione che ci sarà lunedì del filosofo, famosissimo, Benedetto Croce, scendere dall'aereo, andare e ripartire, questo non mi pare che sia rispettoso per Napoli. (...) e allora l'on. Napolitano, con la delicatezza che gli è propria, mi ha detto: ma per caso vai dai giovani a Nisida...no, ho detto, questa volta non ci sta; sì, lo credo, ha detto, poi andrai altre volte... Eppure, questo l'ha detto con tale delicatezza che io ho detto al segretario generale che è con me, ho detto: io devo andare, devo andare..."

Nessun commento:

Posta un commento