lunedì 21 ottobre 2013

Pellaro: breve pausa in una lunga fuga







L’argomento è già sparito da fb, eppure per qualche giorno – da domenica da domenica 13 a giovedì  17 ottobre – molti reggini ci hanno riversato molte parole e molte emozioni: 

Mentre il barcone dei bambini stava ancora a qualche ora di distanza dal porto di Reggio, Fb si riempiva di immagini del Palacor di Pellaro in via d’allestimento come loro “casa temporanea” e diffondeva bollettini da gara della solidarietà su ciò che poteva essere utile e/o indispensabile (vestiti, cibarie, medicine) portare subito al Palasport.

Se il salvataggio in mare, organizzato dalle preposte autorità, ognuno per la sua competenza, è stato  tempestivo e professionale, l’accoglienza della gente è stata immediatamente calorosa, sì che già il giorno dopo, sempre su Fb, il tam tam diceva che di beni ne erano arrivati in quantità, meglio rallentare, al momento, la raccolta.

Tanto che da moltissimi reggini, sia abitanti a Reggio e che sparsi per l’Italia, s’è levato, sui social, un gran sospiro di sollievo: ecco, con tutti i nostri guai e problemi e tutti i cliché negativi che si hanno su di noi e che noi stessi abbiamo prima e di più degli altri, ecco, nonostante tutto, abbiamo fatto vedere quello che veramente siamo: noi, e per una volta lo possiamo dire con giusto orgoglio, perché nessuno può disconoscerlo, ci siamo dimostrati Semplicemente Umani.

Non è passata una settimana ed Fb si è riempita della notizia uguale e contraria – “Sono scappati in massa, il Palazzetto è (quasi) vuoto” – immediatamente declinata in forme diverse che vanno dalla sorpresa, all’indignazione, all’ironia, al compiacimento per il più rapido ricongiungimento dei rifugiati alle loro famiglie da qualche parte del mondo ecc. ecc.

La realtà è siamo ad un punto di svolta della storia dell’umanità – con una trasmigrazione africana verso l’Europa che, piaccia o no, avrà proporzioni massicce. E, a tale impatto, non è adeguatamente attrezzata l’Europa, non lo è l’Italia e non lo è la Calabria.

Anche nel caso di Pellaro, come già in altre occasioni, a Bianco, Bovalino, Siderno, Caulonia, abbiamo dimostrato buon cuore – e come potremmo diversamente, terra, come siamo, di immigrazioni, nei secoli, di popoli e stirpi d’ogni genere, di emigrazione costante e tuttora in atto e, con in più, in quest’occasione con le immagini di Lampedusa ancora troppo vive per fingere dimenticanza?

Ma il buon cuore – grande dote che può supportare giusti principi e ottime capacità pragmatiche – da solo, senza una visione complessiva e strumenti adeguati (per esempio, nei giorni scorsi il procuratore minorile Carlo Macrì ha denunciato la grande difficoltà di dare sistemazione ai circa 500 minori non accompagnati sbarcati in Calabria dall'inizio del 2013) rischia il fiato debole dei sentimenti, quando si accartocciano in foglie secche che vagano senza poesia e rami inariditi facili a bruciare.

Pubblicato  su Zoomsud col titolo Reggio. Il Palacolor di Pellaro? E’ già rimasto vuoto

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