lunedì 10 giugno 2019

Nisida. I dieci progetti didattici più importanti per me






A mani vuote son venuto,
me ne vado a piedi nudi,
la partenza e l’arrivo confusi
in un unico segno.

Kozan Ikkyô (1360)

Mi è capitato, in questi ultimi mesi, di selezionare carte, svuotando il mio armadietto nella sala professori di Nisida e di rispondere, negli ultimi giorni, ad alcuni giornalisti sulla mia esperienza.

Mi sono passati davanti, insieme a volti e a voci, a fatica quotidiana, a momenti particolarmente dolorosi o lieti, decine di progetti attuati. 

Ne metto in fila dieci che mi sono particolarmente cari (ce ne sono altri che hanno lo stesso, se non maggior peso didattico, ma tant’è), senza un ordine preciso di tempo né d’importanza.

1.L’Italia attraverso il campionato di calcio. Ovvero, l’Italiano, la Storia, la Geografia, la Matematica studiate seguendo il Napoli nelle sue partite a casa e in trasferta, con lo stesso tema ripreso nei laboratori di falegnameria, vetroresina, ceramica e con la FIGC che ci inviò decine di spille e gagliardetti con cui abbiamo premiato il lavoro dei ragazzi. Resta, per me, esemplare di un lavoro integrato tra discipline e tra scuola e altre attività formative dell’Istituto. Entusiasmante la lettura, ogni giorno, di tre quotidiani sportivi, la registrazione dei canti di stadio, i disegni, la raccolta degli scritti. Poi, quest’ultima – che faceva parte del processo educativo: dal racconto di come ci si picchia tra fazioni di ultras all’acquisizione dei valori del rispetto anche tra tifosi – fu schiaffata sul Venerdì di Repubblica come dimostrazione della violenza dei ragazzi. Una ferita feroce: ho avuto bisogno con urgenza di medico e calmanti.

2.Il Vaporetto bianco fa la spola. Un libro di straordinaria freschezza, nato dalla lettura di un altro libro, Viaggio all’isola dei gabbiani, all’interno di un progetto multidisciplinare su Astrid Lindgren. Un lavoro di grande impegno dei docenti e di grande impatto sui ragazzi nei mesi in cui Roberto Dinacci ha frequentato assiduamente Nisida. La sua morte è avvenuta pochi giorni dopo la presentazione del libro. Da allora, la mia, è sempre stata l’Aula Dinacci.

3.Nisida News. Un giornale d’Istituto che, pubblicato come e quando si è potuto, ci ha accompagnato per una trentina d’anni. Quasi un blog su carta: pensieri dei ragazzi su di loro, le loro esperienze e i loro sentimenti, gli incontri fatti in Istituto con personalità dello sport, dello spettacolo, della cultura, della politica, le visite guidate. E i numeri monografici con i racconti di un singolo ragazzo/a. Memorabile quello intitolato Il grande blu in cui Sanela ha raccontato di lei e della sua bambina: la conquista della parola insieme alla maturazione del senso di maternità.

4.La droga. Era la fase del massiccio ingresso nella vita di troppi ragazzi del cobret, ovvero scarti di eroina dagli effetti devastanti: i ragazzi lo chiamavano Kobrèt: con l’accento sull’ultima sillaba e non solo con la K, ma con la K maiuscola: che rendeva meglio l’idea di uno stordimento completo. La raccolta, ottenuta sbobinando una decina di interviste, resta un materiale prezioso di conoscenza. Per me e per Adele Micillo il tempo passato a registrare e trascrivere storie molto pesanti è stato un forte, doloroso processo di autoeducazione all’ascolto della sofferenza che porta all’autoannullamento.

5.Liberi di amare. Indimenticabile anche il successivo Se cambia il finale, ma il primo fotoromanzo, con al dentro una storia d’amore in carcere, è stato un’iniezione di vitalità per i ragazzi che vi hanno partecipato. La formazione, per la prima volta, di un gruppo di lavoro misto ragazzi-ragazze, che, attraverso molti passaggi, ha elaborato il soggetto, deciso sceneggiatura e scenografia, scritto i dialoghi, recitato come attori, appreso come fotografare e impaginare ci ha fatto passare mesi di scuola di una leggerezza e divertimento senza pari. 

6.Filmando Nisida. I tre anni e passa di Cineforum organizzato con i Figli del Bronx, che ha fatto incontrare i ragazzi di Nisida con attori e registi importanti (da Martone a Sorrentino, da Servillo alla Finocchiaro) è stato tra i lavori più faticosi che abbia affrontato, soprattutto per trovare un equilibrio tra le esigenze dell’Istituto, quelle didattiche e le spinte antisistema del vulcanico Gaetano di Vaio, che ringrazio ancora d’averci offerto questa opportunità. Preziosissimi sono stati gli stimoli che ci sono venuti da quegli incontri: tra i quali, ricordo in particolare la visione e il dibattito su I Cento passi con Luigi Lo Cascio.

7.Nisida come Parco letterario. Un progetto complesso, che vede all’opera, oltre la scuola, i Laboratori di Ceramica e di Edilizia e non solo. Dieci volumi (nove di racconti e un romanzo) con la partecipazione di una quarantina di autori: tra i più importanti scrittori napoletani, alcuni di notorietà che va ben al di là del nostro paese. Il Laboratorio di Scrittura degli ultimi dieci anni è stato un momento di crescita culturale ed umana di decine e decine di ragazze e ragazzi e anche, penso, un buon apprendimento, come scrittori e come persone, per gli autori. I dieci libri non avrebbero avuto lo stesso impato sui ragazzi se non fossero stati tradotti in numerosi Reading da parte del Laboratorio teatrale dell'IPM, guidato da Veria Ponticiello.

8.Laboratorio Politico. Nato da un’intuizione del direttore dell’IPM, Gianluca Guida, è stato un’occasione di confronto tra i ragazzi e personalità della politica (comprese non poche figure istituzionali, a cominciare dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano), della cultura, dello spettacolo, dello sport sui temi della cittadinanza attiva. Tra i tantissimi incontri, voglio ricordare quello con Luca de Filippo: che era già venuto e sarebbe ancora tornato a Nisida, con animo più sereno. Quel giorno, invece, fece ai ragazzi un discorso duro, aspro, pressoché senza speranza. Poiché era chiaro e indubitabile che Luca ci (ai ragazzi e agli operatori) volesse bene, una sferzata che lasciò il segno.

9.Yves Bonnefoy. La partecipazione ai progetti di lettura, del Premio Morante Ragazzi e del Premio Strega Giovani in particolare, ci hanno dato la possibilità di incontri importanti. La collaborazione con il Premio Napoli, allora diretto da Silvio Perrella, ci ha regalato una delle giornate più belle che io abbia vissuto. Lo scambio tra Bonnefoy e i ragazzi e, dopo alcuni mesi, l’arrivo a Nisida, di una sua poesia (“Posso inserirla nel nuovo libro?” “È vostra, utilizzatela come ritenete”) è tra le emozioni indelebili: è stato come toccare la poesia. (E non è un caso che ci abbiamo tenuto molto a partecipare all’omaggio a Leopardi organizzato qualche settimana fa dal Miur)

10.In viaggio per guarire. Invitate ad un’iniziativa in cui in realtà non avevamo nulla da dire, Anna Berenzi, vincitrice dell’Italian Teacher Prize 2017, ed io andammo a riprenderci un treno, lei per Brescia ed io per Napoli, e, strada facendo – poiché alcuni progetti nascono dopo mesi e magari anni di studio e altri in maniera molto più causale – ci siamo dette che il suo Viaggio per guarire avrebbe fatto bene a toccare anche Nisida. L’incontro tra le due sofferenze, quella della malattia e quella della detenzione, è stato un momento educativamente alto. E Andrea, morto qualche mese dopo, è diventato uno dei nostri eroi. Accanto a questa, metterei un'altra iniziativa: una via Crucis scritta dai ragazzi sulla base della loro esperienza di condanna da parte di un giudice, dell'incontro con la madre in carcere, ecc. Il ragazzo che portò la Croce proprio dietro il vescovo di Pozzuoli morì poi in circostanze drammatiche: un dolore non dimenticato.
 

Questi sono i link a due mie interviste.

Ringrazio Dario Paladini di Rassegna sociale e Marco Imarisio del Corriere della Sera:

https://www.corriere.it/cronache/19_giugno_08/gli-insegnanti-che-si-arrendono-solitudine-cattedra-de5861be-8a29-11e9-9b3f-2459a834d32d.shtml

http://www.oggiscuola.com/web/2019/06/07/insegnantela-prof-migliore-ditalia-va-in-pensione-non-si-puo-scaricare-sui-docenti-tutto-cio-che-non-funziona-nella-societa/?fbclid=IwAR1kMamOZKX2_yvhT4KfVS1kYbDW3aiokJ_-H18CJjE_jSGN3hTLXt0yB74

1 commento:

  1. Egregia Maria, ho probabilmente perso in questi mesi l'annuncio ufficiale che hai dato (qui sul tuo blog o attraverso un post su Facebook) circa il tuo pensionamento. Ci sono, poi, arrivata componendo a poco a poco pezzi di tue frasi e stralci di giornali. Non ho la capacità di immedesimarmi nel tuo animo, posso però anche solo lontanamente immaginare come tu stia vivendo questo momento. Sono onorata di averti conosciuta come insegnante e guida, onorata di essere stata su tuo invito a Nisida, onorata di avere assistito accanto a te a tanti piccoli e grandi miracoli. Grazie. Con un abbraccio. Anna

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