mercoledì 5 giugno 2019

I racconti italiani di Jhumpa Lahiri






La più bella presentazione di libri cui abbia mai assistito. Un inno alla letteratura di straordinaria intensità. Merito, soprattutto, di Silvio Perrella che, ieri, a Palazzo Fondi, ha introdotto Racconti italiani di Jhumpa Lahiri (letture di Carmen Gallo): una raccolta inizialmente pensata per il mercato anglosassone, ma che, fortunatamente, è stata recentemente pubblicata anche in Italia. 



Così quest’Americana al contrario (Vittorini pubblicò nel 1942 una raccolta di 33 autori statunitensi) può darci uno sguardo nuovo, fresco e appassionato, sulla nostra letteratura dell’ultimo secolo.

Ho iniziato da poco a leggere l’introduzione di Jhumpa Lahiri e, già dopo qualche pagina, mi sento di indicarlo a chi magari cercasse un libro in cui immergersi quest’estate.



Due note a margine.

La prima. Ho il piacere di dare a Jhumpa Lahiri l’ultimo libro di Nisida – con i racconti di Valentina e Sara – e di sentirmi rispondere: «Mio marito insegna in carcere, nel New Jersey.»

La seconda. In questo libro, in cui gli autori sono messi ad alfabeto invertito, per cui si inizia con Vittorini, la chiusura tocca a Corrado Alvaro, i cui racconti, scrive la Lahiri, sono «ambigui, ardenti, caratterizzati da grande sensibilità psicologica e carichi di implicazioni morali.»

E un Ps: non mi faccio quasi mai firmare i libri. Questa volta, sì.


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