La più bella
presentazione di libri cui abbia mai assistito. Un inno alla letteratura di
straordinaria intensità. Merito, soprattutto, di Silvio Perrella che, ieri, a Palazzo
Fondi, ha introdotto Racconti italiani di
Jhumpa Lahiri (letture di Carmen Gallo): una raccolta inizialmente pensata per il mercato anglosassone,
ma che, fortunatamente, è stata recentemente pubblicata anche in Italia.
Così quest’Americana al contrario (Vittorini
pubblicò nel 1942 una raccolta di 33 autori statunitensi) può darci uno sguardo
nuovo, fresco e appassionato, sulla nostra letteratura dell’ultimo secolo.
Ho iniziato da
poco a leggere l’introduzione di Jhumpa Lahiri e, già dopo qualche pagina, mi sento
di indicarlo a chi magari cercasse un libro in cui immergersi quest’estate.
Due note a
margine.
La prima. Ho il
piacere di dare a Jhumpa Lahiri l’ultimo libro di Nisida – con i racconti di
Valentina e Sara – e di sentirmi rispondere: «Mio marito insegna in carcere,
nel New Jersey.»
La seconda. In
questo libro, in cui gli autori sono messi ad alfabeto invertito, per cui si
inizia con Vittorini, la chiusura tocca a Corrado Alvaro, i cui racconti,
scrive la Lahiri, sono «ambigui, ardenti, caratterizzati da grande sensibilità
psicologica e carichi di implicazioni morali.»
E un Ps: non mi faccio quasi mai firmare i libri. Questa volta, sì.
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