Avrei voluto, ieri, in un
bel po’ di ore dedicate al Mann, assistere almeno ad un pezzettino della
presentazione del volume Napoli in
love/4, soprattutto per ascoltare un po’ del racconto su Capodimonte fatto
da Benedetta de Falco durante una visita da lei recentemente guidata ai
giardini del Museo. Ma, protraendosi l’attesa dell’inizio della presentazione,
non avrei avuto tempo a sufficienza per godere del Canova prima di un concerto sul
doppio binario sacro-profano dal tema Dalla
Sybilla alla Vergine.
Mi sono fermata molto
davanti alle Tre Grazie.
Affascinata, certo, dalla loro bellezza, ma ancora più incantata da sei bambini (tre bambine e tre bambini) seduti per terra ad ascoltare una giovane donna che raccontava del mito delle Grazie, di Canova, di Giuseppina moglie di Napoleone, dell’unica modella delle tre statue, dello scultore che raccomanda all’acquirente dell’opera di tenerla in una camera ben chiusa e di aprirla per i suoi ospiti alla luce di una sola candela che accendesse il chiaroscuro, dello zar delle Russie che acquista poi l’opera ecc. ecc.
Affascinata, certo, dalla loro bellezza, ma ancora più incantata da sei bambini (tre bambine e tre bambini) seduti per terra ad ascoltare una giovane donna che raccontava del mito delle Grazie, di Canova, di Giuseppina moglie di Napoleone, dell’unica modella delle tre statue, dello scultore che raccomanda all’acquirente dell’opera di tenerla in una camera ben chiusa e di aprirla per i suoi ospiti alla luce di una sola candela che accendesse il chiaroscuro, dello zar delle Russie che acquista poi l’opera ecc. ecc.
Informazioni, certo. Ma,
ciò che filtrava, era soprattutto magia: lo stupore della bellezza, la
meraviglia che sgrana gli occhi e allarga il cuore.
Quando la ragazza ha invitato
i bambini ad alzarsi e si è alzata lei stessa – “Adesso continuiamo la visita
al Museo” – mi sono complimentata di tanta grazia. Lei mi ha indica una sottile
signora dai capelli bianchi, rimasta sempre in piedi e silenziosa dietro i
bambini: la nonna dei sei tra fratelli e cugini.
Nel suo modo di occuparsi
dei nipoti, c’è anche, mi ha accennato, l’investire in visite guidate ai musei.
Da applausi.
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