martedì 25 giugno 2019

Donne d'estate: Almeno un geranio



 
Immagine dal web

Il primo giorno libero dopo gli esami, Daniela lo dedicava alle piante. Non è che l’avesse deciso. Era successo il primo anno che avevano comprato casa nuova e poi era continuato a capitare tutti gli anni. I due grandi balconi che circondavano l’appartamento al quinto piano erano pieni di piante: trascurate in inverno, quando Daniela non tollerava neppure l’idea di stare un po’ di ore al freddo, e trascurate anche in primavera, quando aveva troppi progetti didattici da concludere per trovare il tempo per altro. Ma il primo giorno dopo gli esami, anche se non l’aveva previsto, anche se aveva programmato altro, si alzava all’alba (come in tutto il periodo di scuola) e cominciava a togliere erbacce, potare le felci ognuna delle quali faceva da piccolo boschetto, rabboccare i vasi di terriccio. Finché arrivava il sole – che su quei balconi arrivava tardi, intorno mezzogiorno – Daniela lavorava con serena alacrità, libera dai pensieri che l’avevano accompagnata durante tutto l’anno scolastico: leggera e lieta di avvertire il muoversi delle dita, la fatica delle gambe, la dolenzia della schiena.

Non le bastava una mattinata, ma, già a un quarto del lavoro, si guardava intorno compiaciuta, i grandi sacchi della spazzatura riempiti e le braccia segnate da graffi. Un po’ le veniva da sorridere pensando che un provetto giardiniere avrebbe avuto un conato davanti ai suoi rami mozzati con il coltello ma c’era un sorriso più profondo: come l’appagamento di un ritorno a casa.

Nonostante la cura parziale e approssimativa che ricevevano, le piante non l’abbandonavano: con poca terra o terra mai zappettata, con rami e foglie secche tolti solo una volta l’anno, eppure continuavano a darle verde e il senso di stare dentro una lunga storia.

Come se avessero accumulato il bene voluto ad altre piante.

Nel passato, la sua, era stata una famiglia contadina che coltivava ogni pezzetto di terra in maniera utile: pomodori, patate, lattuga, agli, zucchini. Eppure un pezzo veniva lasciato all’inutile, non al necessario bensì al solo bello: rose, garofani, fior d’angelo. C’era sempre un fiore, in casa, davanti al quadretto della Madonna o di un familiare morto. Suo padre e anche sua suocera dicevano che dalle persone che non tenevano qualche pianta sul balcone – almeno un geranio – era meglio star lontani.

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