venerdì 14 dicembre 2012

Ad Elsa Fornero. Con stima e simpatia



I miei sette lettori (c’è la crisi, diminuiscono anche i lettori, non solo per i grandi giornali…) sanno che più volte ho espresso stima e simpatia per il ministro Elsa Fornero. A cominciare da quando, all’inizio del governo del Monti, è stata abbondantemente ridicoleggiata per le sue lacrime.

Non mi pare che sia stata adeguatamente ripresa la sua ultima intervista in cui, ribadendo che tornerà a fare il professore universitario, ha osservato come le sue lacrime sono state sbeffeggiate, al contrario di quelle di alcuni politici uomini.

Già, perché basta poco per ricacciare le donne – anche le dominae, le signore di qualità, nell’angolo delle donnicciole – e altrettanto per far cogliere abissi di nascosta umanità in rappresentanti (magari ottime persone, non è questo in discussione) del genere maschile.

Ma questa vignetta de La filosofia reggina mi ha fatto troppo ridere.

La signora Fornero non conoscerà le sfumature di quella nostra implorante invocazione – per l’anima dei morti – e neppure il nostro culto per le crispelle (con le alici) delle Vigilie, ma mi auguro che, se avrà occasione di vederla, possa ridere anche lei.

Con rinnovata stima e simpatia.
 
Da uno spunto de La filosofia reggina, anche questo articolo pubblicato su Zoomsud, Io me ne f... Tu te ne f... E noi ci ritroviamo così:
 
 

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