I
miei sette lettori (c’è la crisi, diminuiscono anche i lettori, non solo per i
grandi giornali…) sanno che più volte ho espresso stima e simpatia per il
ministro Elsa Fornero. A cominciare da quando, all’inizio del governo del
Monti, è stata abbondantemente ridicoleggiata per le sue lacrime.
Non
mi pare che sia stata adeguatamente ripresa la sua ultima intervista in cui,
ribadendo che tornerà a fare il professore universitario, ha osservato come le
sue lacrime sono state sbeffeggiate, al contrario di quelle di alcuni politici
uomini.
Già,
perché basta poco per ricacciare le donne – anche le dominae, le signore di qualità, nell’angolo delle donnicciole – e altrettanto
per far cogliere abissi di nascosta umanità in rappresentanti (magari ottime
persone, non è questo in discussione) del genere maschile.
Ma
questa vignetta de La filosofia reggina
mi ha fatto troppo ridere.
La
signora Fornero non conoscerà le sfumature di quella nostra implorante
invocazione – per l’anima dei morti – e neppure il nostro culto per le
crispelle (con le alici) delle Vigilie, ma mi auguro che, se avrà occasione di vederla, possa
ridere anche lei.
Con
rinnovata stima e simpatia.
Da uno spunto de La filosofia reggina, anche questo articolo pubblicato su Zoomsud, Io me ne f... Tu te ne f... E noi ci ritroviamo così:
Nessun commento:
Posta un commento