Ciampi, dopo Cossiga e Scalfaro (che vi è venuto più
volte), è stato il terzo presidente della Repubblica a visitare Nisida (il 30
agosto del 2002) e il primo a dare un rilievo particolare alla scuola. Parlando
ai ragazzi e agli operatori, il Presidente disse: “Vorrei altresì manifestarvi
con quale spirito più in generale ho affrontato questo incontro con voi. Siamo
alla vigilia del nuovo anno scolastico. Voglio considerare questa visita come un
anticipo del mio saluto agli studenti. Anche per questo, durante la visita
odierna, ho tanto insistito sulla possibilità che voi non solo possiate
completare i vostri studi delle scuole medie, ma che riusciate anche in questo
periodo a proseguire in ulteriori arricchimenti professionali. Questo istituto
di Nisida io lo considero soprattutto un luogo di formazione. La formazione è lo
strumento fondamentale per dare soluzione al problema lavoro. E in esso dobbiamo
investire tutte le risorse disponibili. Ciò è importante per tutta l’Italia
intera, ma soprattutto per il Mezzogiorno dove, come è noto, viviamo una
situazione in cui grazie a Dio ci sono molti giovani – più giovani in rapporto
alla popolazione che si registra nel resto del Paese – ma che purtroppo non è in
grado di dare lavoro a tutti i giovani, comportando un alto tasso di
disoccupazione giovanile. In questo senso, la preparazione professionale che voi
acquisite in questo istituto rappresenta un contributo eccezionale, tanto più
importante perché, insieme alle conoscenze tecniche, vi dà modo di avere, nel
vostro intimo, la consapevolezza piena dei diritti-doveri di ogni uomo, quale
componente di una collettività.(…) Ho apprezzato, quindi, in particolar modo il
taglio concreto della vostra preparazione professionale: perché per creare nuove
occasioni di lavoro basta ispirarsi e attingere in molti casi alle nostre
tradizioni locali, che ci fanno riscoprire tante attività artigianali e
produzioni che oggi tornano ad avere interesse economico”.
Disse ancora Ciampi: “Ho voluto regalarvi, tra i tanti
doni che vi ho portato , in primo luogo il testo della nostra Costituzione.
Perché l’Italia ha una Costituzione che è basata, ed è scritto chiaramente nel
suo preambolo, su quelli che chiama i diritti inviolabili della persona umana.
(…) Vi ho portato un certo numero di copie della Costituzione italiana,
accompagnate da una serie di registrazioni di testimonianze rese da alcuni dei
padri fondatori, affinché voi possiate non soltanto leggere il testo della
Costituzione, ma anche comprendere in quale spirito essa è nata. riuscendo in
tal modo non solo ad amarla ma a comprendere l'importanza dei principi e dei
valori che in essa sono affermati, e che sono i valori fondamentali e
inviolabili della persona umana. Questa nostra Costituzione della Repubblica,
credetemi, è un testo ancora straordinariamente moderno; è vivo e valido
tutt’oggi”.
(ndr: il testo è ripreso dalla sbobinatura della
registrazione del discorso utilizzata per il numero speciale di Nisida News dedicato alla visita del
presidente).
Alcuni giorni dopo, 18 settembre, all’inaugurazione
ufficiale dell’anno scolastico 2002-2003, il Presidente Ciampi osservò:
“L'impegno contro l’esclusione sociale deve essere rafforzato. E’ bene che il
nostro sistema scolastico si interroghi e trovi risposte sull’abbandono del
percorso formativo da parte di un numero troppo elevato di ragazze e ragazzi. La
scuola italiana può e deve riconquistarli all’istruzione, alla formazione.
Voglio leggervi un passo di una lettera che mi ha colpito. E’la lettera dei
ragazzi del carcere minorile di Nisida. Sono andato a trovarli poche settimane
fa. Mi hanno accolto con queste parole: ‘Qui a Nisida è vero che ci manca la
libertà – e la libertà è tutto – ma ci offrono la scuola, i corsi di formazione
professionale e tante altre cose. In poche parole ci insegnano a vivere bene e
onestamente. Se noi avessimo avuto prima tutte queste attenzioni e soprattutto
la cura che per noi dimostrano gli educatori e gli insegnanti dell’Istituto, non
diciamo che ci saremmo salvati tutti, ma una buona parte di noi ne sarebbe
uscita vincente’. Queste parole ci aiutano a pesare bene il valore che hanno per
la società la scuola, lo studio, la formazione”. Per molto tempo un cartellone
con queste parole è stato appeso, a Nisida, all’ingresso della
scuola.
La lettera dei ragazzi di Nisida cui il Presidente si
riferiva era stata pubblicata il 28 agosto da Il Mattino ed era il frutto di una
scrittura collettiva, in classe, il giorno prima, con un gruppo di ragazzi con
cui, durante l’anno scolastico 2001-2002, avevamo iniziato un’avventura
esaltante nel suo svolgimento e molto meno nei suoi esiti, quella della
sperimentazione di un corso di scuola superiore.
Nella fase immediatamente successiva alla visita di
Ciampi, con quello stesso gruppo allargato ad altri ragazzi abbiamo provato a
riscrivere i primi 12 articoli della Costituzione. Nel Nisida News dell’ottobre 2002 osservavo:
«La Costituzione è bella e moderna – come il Presidente
ci ricorda spesso – ed è scritta in una lingua di grande chiarezza e
sinteticità. Alcuni articoli, per esempio il 3°, restano nella memoria non solo
per il loro altissimo contenuto ma anche per la loro forma di classica bellezza:
non si potrebbero scrivere meglio. Ma non è così per ragazzi (non solo i
‘nostri’) che già all'articolo 1° restano completamente spiazzati: che vorrà mai
dire ‘sovranità’, ‘esercita’, ‘forma e limiti’? e non superano la lettura del 2°
dopo essersi arenati su ‘inviolabili’, ‘formazioni sociali’, ‘adempimento’,
‘inderogabili’... (Chissà se i costituenti avessero tenuto conto anche di ciò,
quando hanno scritto che La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze
linguistiche...) Insomma: già il primo momento, quello della lettura, è lungo e faticoso per i
ragazzi: bisogna capire i termini, appropriandosene al punto da riuscire a
trovare sinonimi per loro più familiari, meno estranei...(Parlate potabile è
l'invito che più costantemente i ragazzi rivolgono all'insegnante quando la
spiegazione risulta troppo oscura e loro vogliono davvero capire).
E certe parole portano lontano, hanno un senso che il
vocabolario non esaurisce: ma si comprendono davvero solo viaggiando nel tempo e
nello spazio: “L'Italia è una Repubblica democratica...”: già, dov’è l'Italia su
una carta geografica e quand’è diventata “Italia” e cosa c'era prima della
“Repubblica” e che significa “democratica”? Quante ore si possono passare su
questi tre termini, prima che tutti se ne facciano un’idea sufficientemente
chiara...(…)
La fase del commento è la più difficile da gestire. Il
ragazzo che sta in carcere in quanto ha violato una norma scopre con meraviglia
che la Legge non è sua nemica, come ha sempre pensato. Ma, nel contempo,
accumula ancora più rabbia perché pensa che si tratta solo di belle parole,
perché quei diritti che lì stanno scritti così bene lui non li ha mai avuti. E
non in carcere – dove, glieli hanno letti e spiegati – ma fuori, dove la società
nel suo complesso non è riuscita a prenderlo positivamente in carico. E’
tutt'altro che semplice, per l'insegnante, favorire, nei ragazzi, una
dislocazione da quel sentimento di rabbia, di estraneità e di contrapposizione
nei confronti dello Stato ad un atteggiamento più mobile. E’ un processo lungo e
complesso portarli a coltivare un dubbio, a verificare un'ipotesi: che,
canalizzando i propri sentimenti di ribellione, imparando a sviluppare le
proprie qualità migliori, rispettando essi stessi per primi i loro diritti
(ricominciando a istruirsi, a formarsi) abbiano ancora tempo di diventare
cittadini capaci di contribuire a concretizzare quanto della Costituzione resta
ancora da fare. (Difficoltà fortemente amplificate con i ragazzi extracomunitari
che si sentono doppiamente esclusi e perseguitati dalla legge). La fase della
scrittura ha varie specifiche
difficoltà, oltre quella propria a fermare su un foglio parole che già non è
semplice dire. Una è la brevità: i ragazzi scrivono poco, di solito, ma sono
tutt'altro che sintetici: spesso svolgono un tema in quattro, cinque righe,
ripetendo quello che avevano già espresso nei primi due. Essere sintetici, non
divagare, rispettare, riscrivendolo, il dettato costituzionale è stato per loro
uno sforzo davvero molto forte. Anche perché hanno dovuto scrivere in maniera
oggettiva: e il loro modo di inquadrare le cose è strettamente soggettivo. Per
esempio: una volta capito che cosa significa che “l'Italia ripudia la guerra” il
ragazzo tende a risolverla su un piano strettamente personale: “Non bisogna fare
a mazzate, bisogna risolvere le cose con la bocca...come quando ho litigato
con...”. E' stato adottato un sistema di scrittura collettiva, realizzata in tre
tempi. Prima ciascuno ha scritto da solo, poi gli scritti sono stati comparati
tra loro e sono state scelte le formulazioni migliori per ogni singola frase, (
e quando il termine usato dai costituenti è stato lasciato tale e quale è perché
il termine è stato compreso e considerato insostituibile). Infine è stato così
riscritto ogni singolo articolo”.
Questi, per fare un esempio, sono i primi tre articoli
della Costituzione riscritti nelle nostre aule:
Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, che si basa
principalmente sul lavoro.
Tutti i cittadini devono lavorare affinché la Repubblica
vada avanti.
Il potere non è dei soldi, ma del popolo, che lo usa in
base alla legge costituzionale.
La Repubblica rispetta i cittadini che La rispettano in
tutti i modi.
Art.2
La Repubblica italiana assicura i diritti propri
dell'uomo come singolo e in tutte le associazioni in cui porta la propria
personalità.
Ogni cittadino ha il diritto e il dovere di votare e
deve rispettare il pagamento delle tasse, per garantire che tutto funzioni in
maniera che non sorgano problemi.
Art. 3
Tutti i cittadini italiani, per la legge, non sono
diversi perché né i soldi né il potere fanno la differenza e quello che ci tiene
in pari dignità è che semplicemente siamo persone. Perciò tutti i cittadini che
abitano in Italia sono uguali davanti alla legge, senza differenza di sesso, di
razza, di qualsiasi lingua e religione e hanno piena libertà di esprimere
opinioni politiche che non intralcino la legge costituzionale.
Lo Stato italiano sa che i cittadini sono uguali davanti
alla legge ma non sempre c'è uguaglianza di fatto. Perciò lo Stato si impegna a
far sì che tutti i cittadini possano esprimere le proprie capacità e che non ci
sia differenza tra persone di alta società e persone di bassa società. Tutti
hanno diritto di essere curati, di imparare a vivere, di esprimersi meglio
tramite l'insegnamento scolastico».
Si è trattato di un lavoro importante, poi ripreso in
varie forme negli anni successivi, che i ragazzi commentarono così:
“Prima di
leggere i 12 articoli fondamentali della Costituzione, pensavamo che era lo
Stato che ce l'avesse con noi, mentre ora, approfondendo meglio, pensiamo che
certe volte sono le persone che non sono in grado di
rispettarli.
Abbiamo letto
alcuni articoli che ci sono rimasti impressi. Il primo articolo dice: ‘La
sovranità appartiene al popolo ’ e noi eravamo convinti che per l'Italia non
contassimo niente, fossimo a valore zero.
Uno dei più
belli articoli della Costituzione è il numero 3 che dice che tutti i cittadini
sono uguali senza distinzione di sesso, di razza, di religione, che sono uguali
davanti alla legge, anche se non sempre è così. Se un po' tutti cercassero di
mettere in atto tutto ciò che è scritto nell'articolo 3, si potrebbe constatare
che nessuno è inferiore all'altro.
La legge
costituzionale ci ha molto sorpreso per quante belle cose ci sono scritte, che
poi non sempre vengono rispettate è un altro discorso. Il punto è questo: in un
certo modo lo Stato si impegna a far sì che questi diritti possano essere messi
in atto per qualsiasi persona che nasce o vive in questa
Nazione.
Leggendo
questi articoli abbiamo notato lo sviluppo che si cerca di fare in questo paese,
anche se tutti noi dovremmo sforzarci di più per contribuire alla crescita
culturale, economica e spirituale dell'Italia. Se tutti noi collaborassimo in
tutto ciò vivremmo sicuramente meglio.
Ci siamo
soffermati a osservare che nei primi 12 articoli non ce n’è scritto nessuno che
riguarda il Presidente e tutte le associazioni politiche. Questo fa sì che
qualsiasi persona pensa che la sua parola, le sue opinioni sono importanti, a
meno che non intaccano la legge costituzionale.
Abbiamo letto
anche altri articoli della Costituzione, per esempio il 13, il 27, il
34.
Nell'articolo
13, c’è scritto che ‘è punita ogni violenza fisica e morale sulle persone
comunque sottoposte a restrizione di libertà’. Ma in alcune carceri tutto ciò è
spesso violato e viene offesa la dignità dell'uomo non solo fisica ma anche
morale. Noi abbiamo parenti e amici che hanno subito tutto questo e abbiamo
visto che, invece, la Costituzione ha norme per proteggere le persone, in
maniera che paghino solo quello che devono pagare e non di più.
Se le persone
che rappresentano la legge infrangono la Costituzione, come si vuole che non la
infrangano i cittadini che non rappresentano la legge?
Ora che
abbiamo letto e riletto gli articoli fondamentali siamo più a conoscenza di
quello che possiamo e non possiamo fare. Se si presta attenzione e la si legge
con serietà, anche noi possiamo andare avanti meglio, cercando a poco a poco di
fare meno sbagli possibile”.
Questo brano è stato pubblicato su questo Blog il 6 febbraio di quest'anno nell'ambito di una serie di post dedicati alla Didattica a Nisida.
Successivamente alla visita di Ciampi, è venuto a Nisida il Presidente Giorgio Napolitano (cfr Conchiglie del 5 febbraio 2012)
Sulla Costituzione, rimando anche al pezzo pubblicato su Zoomsud http://www.zoomsud.it/commenti/44805-la-calabria-e-qla-piu-bella-del-mondoq.html
Nessun commento:
Posta un commento