mercoledì 31 ottobre 2012

La nuova Calabria



Dal 1 gennaio 2014, la Calabria sarà composta da due Province, Catanzaro - con cui ritornano Crotone e Vibo - e una città metropolitana, Reggio.
 
Questo è quello che avevo scritto ieri su Zoomsud http://www.zoomsud.it/commenti/42146-province-vorrei-una-calabria-alla-menenio-agrippa.html di fronte all'agitarsi di molteplici trensioni relativi alla redistribuzione delle Province calabresi:
 
C’è un mio caro amico convinto che la mia capacità di analisi politica sia limitata da una certa dose di “ingenuità mediterranea”. A parte quel “mediterranea” – che mi fa venire subito in mente Ulisse che assesta le vele della sua nave-zattera che sale e scende sulle onde – non ho dubbio alcuno che lui ne capisce infinitamente più di me e, infatti, è capace di leggere con chiarezza razionale la più delirante trama degli eventi politici. Eppure.
 
Eppure. L’attenzione a ciò che è – gli interessi delle grandi forze, i piccoli egoismi dei singoli – è ambito che dovrebbe essere lasciato alla Sociologia. La Politica dovrebbe essere lo slancio che va da ciò che è a ciò che “deve” essere: insomma, il movimento che – con gli opportuni assestamenti, limature, obblighi e convincimenti – indirizza gli interessi delle grandi forze e gli egoismi personali in un superiore interesse collettivo.
 
Naturalmente, questo sotteraneo kantismo – la legge morale in me, il cielo stellato su di me è, per me, la più bella frase di tutta la filosofia (insieme alla wittengensteiniana ciò di cui non si può parlare, è meglio tacere) – conferma la mia propensione “all’astrazione”, ma tant’è.
 
Tutta questa promessa per dire semplicemente una cosa. Mi posso mai stupire che, sulla vicenda della riorganizzazione delle Province, inizi, in Calabria, una lotta ai coltelli di tutti contro tutti, con rivendicazioni di interessi vari, espliciti ed impliciti, con politici pronti a impugnare questa o quella bandiera locale?
 
Certo che no. Non mi stupisco.
 
Ma tutto ciò non mi piace.
 
Nella storia recente della Calabria, c’è già un dramma – una vera e propria frattura – consumato all’inizio degli anni 70, con le scelte che portarono alla rivolta di Reggio.
 
Ora che ci troviamo a fronteggiare l’organizzazione di una “città metropolitana” – ma come? – e un riassestamento di Catanzaro e Cosenza con le quasi-ex province di Vibo e Crotone, vorremmo provare a ricordarci, alla Menenio Agrippa, che se un piede va in cancrena non è che le braccia se la passino splendidamente?
 
 
Mi auguro che la decisione odierna del Governo contribuisca a dare ai calabresi la consapevolezza che devono lavorare per la Calabria, in un'Italia rinnovata ed europea.
 
 
 
 

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