mercoledì 11 luglio 2012

Guerra e dopoguerra


Sarà per il lavoro che faccio, ma i film di violenza non mi piacciono proprio. Quando proprio li devo pur vedere, lo faccio con sforzo. Ma ci sono film di guerra che molto ho amato, laddove la violenza, le lacrime e il sangue sono abbassati dall’altro piatto della bilancia: persone che trasformano la viltà in coraggio, la paura in dedizione, la superficialità in dignità perché tutte tese ad un obiettivo: far sopravvivere, attraverso la salvezza del proprio compagno, della propria casa, della propria città o, almeno, del proprio onore, l’umanità degli uomini, il quid che li rende, pur così fragili e limitati, assoluti, infiniti, eterni.

Il presidente del Consiglio Monti ha usato oggi un’espressione cui penso da mesi: siamo in guerra. Una dura guerra.

Dalle guerre si può uscire in macerie: disintegrati, distrutti. Oppure, poveri, feriti, amputati, distrutti eppure vivi: pieni di un nuovo slancio di futuro.










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