Non c’è rapporto più determinante di quello di ciascuno con i genitori e con i figli. Ognuno si costituisce, prima di tutto, in relazione a sua madre (soprattutto) e a suo padre e definisce, col suo essere, parte essenziale della vita dei propri figli. Nel bene e nel male. Non sempre, forse, nel bene. Certamente, sempre, nel male.
In queste settimane, ho letto alcuni libri forti, intensi, ora pubblicati su questa tematica:
La spinta di Ashley Audrain, eccezionale narrazione delle difficoltà della maternità;
Quella notte che incombe di Antonella Lattanzi, esplorazione col ritmo del thriller di variegati sentimenti sul tema;
Splendi come vita, appassionato atto d’amore nella prosa poetica di Maria Grazia Calandrone.
Cui aggiungerei:
Adesso che sei qui di Mariapia Veladiano, in cui la protagonista si prende cura della zia, malata di Alzheimer che l’ha cresciuta al posto della madre
e un libro di qualche anno fa, che percorre il tema del fondamentalismo religioso e dove la presenza del padre è massiccia, che io ho
letto in questi giorni:
L’educazione di Tara Westover.
Tutti libri di donne. Centrati, in maniera e con stile molto diversi, su uno snodo essenziale del diventare ed essere donne: tra madri e figli.
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