giovedì 14 gennaio 2021

Renzi: solo un azzardo o una nuova mossa del cavallo?

 


Negli ultimi mesi ho seguito con molto distacco i fatti della politica italiana. Nell’autunno 2019, avevo ipotizzato che, ormai in pensione, avrei potuto impegnarmi direttamente nel lavoro di base sul territorio, ma nell’autunno 2020 questa ipotesi era ormai esaurita. Un po’ perché l’operazione Renzi – non uccisa, ma tramortita sul nascere dall’inchiesta Open, ovvero da una di quelle incursioni della magistratura sulla politica molto, per usare un eufemismo, discutibili – non è riuscita mai a partire davvero e perché i suoi supporter, più di lui, mi hanno lasciato, spesso, molto perplessa. Un po’ di più perché col tempo della vita assottigliato dalla pandemia, pur continuando a condividere molte delle sue posizioni, mi è sembrato più connaturale rivolgere le mie energie a temi di carattere culturale-sociale-etici: pre e post politici, insomma.

Detto questo, il rivolgimento contro Renzi che leggo sui social dopo il ritiro delle ministre dal governo mi pare un segnale, forte, della paranoia ormai diffusa nel paese. Qualcuno l’ha fatto e, nel futuro, qualche altro studierà perché se Renzi dice: “Buongiorno, che bella giornata”, se c’è il sole o “Buongiorno, peccato che piova”, se c’è una tempesta, lo si attacchi violentemente, in entrambi i casi, come se stesse dicendo delle eresie e compiendo un illecito di inaudita gravità.

A me sembra che l’azzardo di ieri di Renzi - la tentata, nuova, mossa del cavallo -  sia di quelli che si valutano alla fine: se gli va bene avrà vinto e avrà fatto gli interessi del paese; se gli va male, ne uscirebbe ancora più ridimensionato, ma il paese continuerebbe la sua strada.

Non credo che ci saranno elezioni anticipate. Perché siamo in pandemia e perché i 5S per primi non possono affrontare una prova che ne farebbe tornare troppo pochi in Parlamento. Perciò: o resta Conte, senza i renziani e con una maggioranza più rabberciata, ma, forse, con un Pd più forte; o resta Conte con anche Italia viva e un programma più stringente e adeguato alla situazione; o Conte viene sostituito con una personalità capace di guidare l’Italia nella fase, complicatissima, della ricostruzione. Se succedesse la prima, Renzi avrebbe perso, magari in maniera definitiva, e il paese continuerebbe ad essere governato anche senza le sue idee; se accadesse la seconda, Renzi pareggerebbe e il paese ne avrebbe beneficio; se accadesse la terza, Renzi vincerebbe ma il paese di più.

Non mi sento di dare la croce a Conte che si è trovato, più o meno casualmente, a palazzo Chigi nel momento più difficile della storia repubblicana, ma davvero non mi sembra l’unico leader necessario e indispensabile, quello del tutto insostituibile. (Se fossimo a scuola, sarebbe uno di quei ragazzi a cui, per le particolari circostanze, si dà anche sette e mezzo e magari otto, chiedendosi se in realtà merita più della sufficienza).

 


Nella conferenza stampa di ieri, le due ministre hanno parlato poco e Renzi è stato accusato anche di questo. Avrebbe potuto far parlare loro per prime? Può essere. Ma quando la Bellanova e la Bonetti hanno parlato, le tv, tutte, hanno tagliato i loro interventi e sono “tornate in studio”. 

 

Ripreso su Zoomsud:

http://www.zoomsud.it/index.php/commenti/107872-l-intervento-quel-che-ho-capito-di-renzi-tra-azzardo-e-o-mossa-del-cavallo

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