mercoledì 14 ottobre 2020

Romanzo russo di Alessandro Barbero: un libro da ristampare

 


«Proprio quando stai faticando Per trovare la parola giusta, quella che sola permetterà di andare avanti, di non incagliare il discorso come una barca in secca; già, pare una cosa da nulla, la parola giusta! Eppure per anni ci hanno raccontato che scrivere la storia è un'attività scientifica; e lei, la storia, dicevano, è una scienza, tale e quale la chimica o la fisica, nient'affatto diversa pure nel linguaggio! Be’, a guardare quello che sta venendo fuori qui, con la tesi di Tanja si potrebbe perfino crederci. (…) E invece, appena ti metti a scrivere scopri che non è affatto così! Senza le parole, le parole giuste, quelle che Puoi trovare soltanto tu e nessun altro, perché tu, tu ti sei sporcato le mani con la polvere dei documenti, be’, senza quelle parole tutte queste leggi e questi numeri ti rincretiniscono soltanto, e più ti arrabatti, sudi, ti disperi, più ti accorgi che non è, no, una scienza, hanno torto marcio i nostri, è un’arte, maledizione... E io? Sono un'artista, io? Misericordia, non ne verrò più fuori.»

Com’è possibile che Romanzo Russo - Fiutando i futuri supplizi di Alessandro Barbero (Mondadori 1998) non abbia avuto il successo di altri suoi romanzi, in particolare di Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo, (Mondadori) Premio Strega 1996 e de Gli occhi di Venezia (Mondadori 2011)?

L’ho letto, inatteso regalo, solo in questi giorni, (dei romanzi di Barbero non conosco solo Il rosa di Lautrec, Mondadori 2000, di cui Amazon ha al momento due copie, una a 69, 90 euro e un’altra a 168, 80 euro) ed è stata una gioia.

Le vicende di Tanja Borisonova, dottoranda in storia, alle prese con una tesi su alcuni avvenimenti accaduti a Baku negli anni cinquanta e del giudice Nazar Kallistratovic Lappa, inviato nella stessa città a indagare sull’omicidio di un prete mussulmano, negli anni della “trasparenza” di Gorbaciov, si intrecciano con quelle di decine di personaggi, dando vita ad un affresco – ricco, potente, ironico- della Russia contemporanea.

Storico che è un piacere leggere e ascoltare (tutti quelli che mettono su youtube le sue conferenze andrebbero inseriti tra i benefattori dell’umanità) Alessandro Barbero è un narratore suggestivo, dalle trame complesse e dal tratto leggero, che coinvolge il lettore nella sua quasi bambinesca curiosità di conoscere persone, fatti, luoghi.

In Romanzo russo, oltre a giocare con la lingua italiana (ha doti affabulatorie grandi che mantiene anche nello scritto), strizza l’occhio alla grande letteratura russa. Ci sono echi di Bulgakov (A Il maestro e Margherita è dedicata una sua conferenza) e di Cecov e un verso di Osip Mandelstam, il grande poeta fatto morire in campo di concentramento da Stalin, completa il titolo.

Bellissimo sempre, il libro emoziona particolarmente quando segue Tanja in archivio, rivelando la passione del Barbero studioso. (C’è, anche, nel libro, un piccolo, prezioso riferimento all’importanza dello studio del Medioevo).

Se Mondadori ristampasse, a prezzi accessibili, i romanzi introvabili di Barbero farebbe cosa intelligente.

 

 

 

 

1 commento:

  1. Sono pienamente d'accordo! Lo sto cercando un po' dappertutto, ma per meno di 80 euro è impossibile trovarlo. Stessa cosa per "gli occhi di Venezia". Sarebbe davvero bello se venissero ristampati o se ci fosse almeno una versione e-book...mi potrei quasi accontentare.
    Bellissima recensione, grazie

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