Emozione, straordinaria, per la vittoria di Giuseppe Falcomatà.
Il centro destra a trazione leghista sprofonda nelle acque dello Stretto: sconfitto dallo scatto d’orgoglio d’una città che ha mostrato più dignità e amor proprio di quanto troppo spesso (le o essa stessa) si riconosca.
Contrariamente a quello che i reggini stessi tante volte rimpiangono – Riggiu non vindiu mai ranu – il voto mostra che abbiamo forza e voglia, ancora, di tirarci su dai troppi problemi che abbiamo.
Da domani, Falcomatà dovrà affrontare con piglio nuovo le sfide che stanno davanti. Da domani anch’io potrò parlarne in termini di analisi razionale. E, nel tempo, se ci saranno critiche da muovere o spinte da dare, lo farò.
Questo pomeriggio no. Solo emozione, gioia, il senso di essere in festa. Catullianamente, un giorno da segnare con una pietruzza bianca.
Non so da quanto tempo Reggio non viveva un giorno così: buttata a mare (dietro le spalle di Minerva) la pretesa d’essere conquistata – anzi di consegnarsi volontariamente mani e piedi – a interessi estranei quando non nemici, si riapre la possibilità della città bella e gentile che molti di noi hanno conosciuto.
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