giovedì 22 ottobre 2020

Consigli non richiesti per uno spot sulla Calabria


Mettiamo che vogliate pubblicizzare la Calabria e non abbiate un’idea originale, fortissima, di quelle che si incidono nella mente di chiunque, per caso, lo veda anche una volta sola, il vostro spot: una di quelle idee che valga la pena di investirci un milione di euro, magari anche poco meno di due. Allora, limitatevi a farne uno Dignitoso: non banale, non imbarazzante, non pieno di cliché e, cosa che non guasta, spendendo in maniera ragionevole. Prendete un regista che la Calabria la conosca davvero (ce ne sono alcuni che hanno dato ottima prova di sé, da Calopresti a Munzi: nel caso scegliate loro, non badate a questi consigli, dategli carta bianca) e dei tecnici bravi. Procurategli il Touring sulla Calabria (può sempre essere utile), un buon Tom tom che li aiuti a gironzolare per una terra dove le strade sono un po’ così, e tanti libri: Alvaro, Strati, Berto, Gangemi, Criaco, Talarico, Macrì, Bubba, Serrazzo ecc. ad libitum. Fate riprendere la Sila, l’Aspromonte, il Tirreno e lo Jonio, Stilo e le Castella, Africo e Serra San Bruno, i Bronzi e Monasterace, ecc. ecc., le facce delle persone che vivono e lavorano nei paesi, nelle città. Fate mescolare il tutto, mettendoci a commento – di belle voci in circolazione ce ne stanno – frasi degli autori citati. Se volete un risultato migliore, le frasi fatele scegliere a qualcuno che di buona narrativa calabrese se ne intende (che, pure quelli, non mancano). E voilà. Poco originale? Sì, ve l’avevo detto. Ma, ci scommetto: almeno frammenti d’anima, di verità e di bellezza esploderanno dagli schermi di tv, computer e cellulari.

 

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