Le scarpe devono essere
di marca. Originali. Mai pezzottate: «Non ce la farei mai a mettermi delle
scarpe false, possono puzzare, oppure qualcuno mi potrebbe prendere in giro» L’ultimo
modello. Il più costoso. Anzi, più costano più sono desiderabili. E vanno
trattate con cura maniacale: pulite a specchio, senza ombra di graffi. Le
scarpe, per i ragazzi di Nisida, sono una sorta di articolo di fede: una forma
di devozione religiosa, vissuta a livello mistico.
Anche Amerigo, il
protagonista de Il treno dei bambini, ha
una passione per le scarpe: «Guardo le scarpe della gente. Scarpa sana: un
punto; scarpa bucata: perdo un punto. Senza scarpe: zero punti. Scarpe nuove:
stella premio. (…) sommo i punti delle scarpe per far passare la paura. Conto
sulle dita fino a dieci, succederà una cosa bella, così è il gioco. La cosa
bella fino a mo non mi è mai capitata, forse perché ho contato male i punti.»
Cominciamo, nel Laboratorio
di Scrittura, a leggere il libro di Viola Ardone* e, negli occhi dei ragazzi,
luccicano stelle.
Sembra sempre una magia, ma
si ripete sempre. Tanto che lo darei come un dato scientifico: un bel libro
letto ai ragazzi, anche a quelli più riottosi alla lettura, ne incatena l’attenzione. Apre un piccolo varco che può portare lontano.
*Viola Ardone, insieme a Sara Bilotti, Riccardo Brun, Daniela de Crescenzo, Mario Gelardi, Antonio Menna, Patrizia Rinaldi, anche quest'anno partecipa al Laboratorio di Scrittura di Nisida.
Che è, naturalmente, anche un Laboratorio di Lettura.
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