lunedì 3 febbraio 2020

Le scarpe di Amerigo





Le scarpe devono essere di marca. Originali. Mai pezzottate: «Non ce la farei mai a mettermi delle scarpe false, possono puzzare, oppure qualcuno mi potrebbe prendere in giro» L’ultimo modello. Il più costoso. Anzi, più costano più sono desiderabili. E vanno trattate con cura maniacale: pulite a specchio, senza ombra di graffi. Le scarpe, per i ragazzi di Nisida, sono una sorta di articolo di fede: una forma di devozione religiosa, vissuta a livello mistico.

Anche Amerigo, il protagonista de Il treno dei bambini, ha una passione per le scarpe: «Guardo le scarpe della gente. Scarpa sana: un punto; scarpa bucata: perdo un punto. Senza scarpe: zero punti. Scarpe nuove: stella premio. (…) sommo i punti delle scarpe per far passare la paura. Conto sulle dita fino a dieci, succederà una cosa bella, così è il gioco. La cosa bella fino a mo non mi è mai capitata, forse perché ho contato male i punti.»

Cominciamo, nel Laboratorio di Scrittura, a leggere il libro di Viola Ardone* e, negli occhi dei ragazzi, luccicano stelle. 

Sembra sempre una magia, ma si ripete sempre. Tanto che lo darei come un dato scientifico: un bel libro letto ai ragazzi, anche a quelli più riottosi alla lettura, ne incatena l’attenzione. Apre un piccolo varco che può portare lontano.



*Viola Ardone, insieme a Sara Bilotti, Riccardo Brun,  Daniela de Crescenzo, Mario Gelardi, Antonio Menna, Patrizia Rinaldi, anche quest'anno partecipa al Laboratorio di Scrittura di Nisida. 
Che è, naturalmente, anche un Laboratorio di Lettura.


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