martedì 23 gennaio 2018

Teresa Battaglia, il commissario più bello




  
Teresa Battaglia è il più bel commissario in cui mi sia capitato di incappare.

Sessantenne. Riservata. Sensibile.  Ruvida, quando con sprucida, con i suoi sottoposti. Razionale ma capace di farsi guidare dall'istinto. Alle spalle, la ferita di violenze subite da chi amava e una maternità mancata che, ancora, la strugge. Una finissima sensibilità di analisi psicologica e, quindi, la capacità di ricostruire il delitto, delineando le personalità ferite dei carnefici, a loro volta vittime. Goffa e rallentata dal diabete. E alle prese con l’incombere di un’Alzheimer precoce che rischia di compromettere la sua lucidità.

La sua creatrice è Ilaria Tuti, di cui Longanesi ha recentemente pubblicato Fiori sopra l’inferno.

I suoi thriller hanno anche un altro merito: sono ambientati nelle Dolomiti friulane, nell’immaginario Travenì (l’autrice vive e lavora a Gemona*): e il paesaggio è parte viva, non scenario, ma protagonista esso stesso della storia.

*Ho un ricordo, indiretto, ma personale di Gemona che mi ha accompagnato durante la lettura di questo e di altro racconto di Ilaria Tuti, La ragazza dagli occhi di carta. Nel 1976, quando ci fu il terremoto in Friuli, facevo parte della Consulta femminile di Reggio. Il mattino dopo cominciammo, sul Corso, a piazza Camagna, mettemmo su un gazebo per la raccolta di fondi da inviare in luoghi che nessuna di noi conosceva e che sentivamo nostre, fin dentro le ossa.

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