Immagine di copertina del libro di Bayard |
Mi incuriosisce leggere sul Post http://www.ilpost.it/2018/01/22/pierre-bayard-carnefice-ribelle-seconda-guerra-mondiale/
che Pierre Bayard, “professore di letteratura francese all’Università di Parigi
VIII e psicoanalista, ha fatto una specie di esperimento mentale per provare a
capire come si sarebbe comportato se fosse stato un giovane uomo durante la
Seconda guerra mondiale, da che parte sarebbe stato e come avrebbe agito.
L’esperimento è un saggio, intitolato Sarei stato
carnefice o ribelle? e da poco pubblicato in Italia da
Sellerio, tradotto da Andrea Inzerillo.”
Da che parte sarei stata, come mi sarei
comportata, è una domanda che talvolta mi faccio.
Con due risposte, forse tre.
La prima è che, fortunatamente, non sono stata
tra i contemporanei e i conterranei di Gesù: non l’avrei mai seguito, sarei
stata una brava ragazza, che non avrebbe oltrepassato i limiti storico-sociali
che la circoscrivevano.
La seconda è che difficilmente sarei stata
capace, nelle varie epoche, di quelle scelte e di quei gesti che, leggendoli o
vedendoli ripresi in un film, in un’opera d’arte qualsiasi, mi fanno battere il
cuore (come il cuore dovrebbe battere di fronte a chi, magari curando le ferite
di chi nel mondo aumenta l’inumanità, al contrario accresce l’umanità di tutti).
La terza è che, oggi, proprio oggi, in me e di
fronte a me sta la continua scelta tra il bene e il male, il giusto e l’ingiusto,
il bello e il brutto, l’umano e l’inumano. Ed è proprio questa la scelta da non
sbagliare.
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