domenica 27 dicembre 2020

Leggere al tempo dell'epidemia

 

Ho iniziato l’anno leggendo un capolavoro italiano, Tibi e Tascia di Saverio Strati e l’ho concluso, al momento, con la rilettura di un capolavoro mondiale, Resurrezione di Lev Tolstoj. In tutto, 71 libri, più o meno in media con quanto ho letto negli ultimi anni. Ma l’ho fatto con più difficoltà, con meno piacere.

In parte, dipende dai libri letti (al 90% libri usciti nell’anno). Ho l’abitudine di catalogare con un asterico i libri che mi piacciono, con due quelli che mi piacciono molto, con tre quelli che mi piacciono moltissimo, con nessun asterisco quelli che non mi piacciono. Quest’anno, ho dato due asterischi a quattro libri e tre a due. Un’annata in cui a piacermi davvero sono stati davvero in pochi.

Un po’ di più dipende dall’epidemia in corso. Che avrà, forse, indotto alcuni che leggevano poco a prendere qualche libro in mano (pare che ci sia stato un certo aumento di vendite, sia in cartaceo che in digitale), ma che avrà portato altri, come me (magari lettori forti o fortissimi) a preferire (a reggere?) di più una serie tv o altro rispetto ai libri: a meno che non si trattasse di libri super.

La pandemia ha modificato – e continuerà a farlo – la nostra percezione di noi stessi, delle relazioni, del mondo. E modificherà anche il rapporto con i libri e con tutto quello che, in qualsiasi modo, racconta storie. Di storie, però, avremo bisogno, anche nel futuro, prossimo e remoto. Di storie che smuovano la mente, facciano battere il cuore, accendano la fantasia, in cui ci si possa sentire a casa e che portino sulle strade del mondo.

 

PS Leggendo Resurrezione mi sono chiesta se sia il più grande romanzo “cristiano” di tutti i tempi. Ho provato a chiedere ai miei amici fb quali siano, a loro parere, i romanzi a forte spirito cristiano. Nessuno ha risposto. Rifaccio la domanda. Grazie.


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