Gerard Thomas non ha simpatia per la chiesa cattolica (anzi), non crede che esista (un) Dio e, di conseguenza, neppure crede che Gesù sia Figlio di Dio e ha anche molti dubbi sull’esistenza storica di un uomo (non Dio), chiamato Gesù (propenderebbe per il no). Ma è affascinato dalle parole, dai gesti, dai “fatti” riportati dai Vangeli, quelli ufficiali e quelli apocrifi, in particolare quelli che ne raccontano l’infanzia e danno sfumature amorose al suo rapporto con la Maddalena. «Molte delle parole che Gesù disse (…) sono diventate anche modi di dire, riferimenti di tutti. Ma non mi viene in mente nessun momento storico e nessun luogo in cui tutto questo si sia realizzato. Eppure pensiamoci un attimo: quanto dolore, quanta morte, quanta sofferenza, quanta fame, quanta sete, quanta solitudine, quanto smarrimento, quanta lontananza, quanta oscurità, quanta violenza, quante guerre, quanti abissi, quanto sangue si sarebbero potuti risparmiare ed eliminare dalla vita delle persone se la sua voce fosse stata ascoltata? Cosa avrebbe potuto essere il mondo?» E quel messaggio riscrive per i bambini del nostro tempo, quelli della società fondata sulla potenza del denaro, del successo personale, dell’indifferenza verso chi soffre perché comprendano «che ci sono cose più importanti di quelle che gli è stato insegnato a considerare importanti, cose che potrebbero rendere la loro vita quando saranno adulti molto migliore. E aggiungo: che potrebbero rendere migliore la vita di noi tutti, dell’intera umanità.» Gesù raccontato ai bambini capitalisti – Un Vangelo laico, ma non ateo per i figli del mondo globalizzato, Edizioni Clichy, è come un manifesto-sogno di una società “comunista”, nel senso di una società in cui ognuno possa avere secondo il suo bisogno, secondo l’espressione del Marx giovane, percorso da una grande, vivida, passione per questo Gesù – uomo o personaggio letterario, non importa – capace di dire e vivere quanto di meglio espresso dall’umanità.
Vero è che viviamo in un mondo capace di mitizzare il nulla, ma ho molti dubbi che possa diventare regola di vita trasformante il mondo il messaggio, per quanto rivoluzionario, di un personaggio di cui si dubita anche l’esistenza storica.
Ma nella passione, ardente, con cui Gerad Thomas si accosta a Gesù ci sarebbe molto da riprendere per chi, credendo in lui come Dio, cerca di “proporlo” ad un mondo secolarizzato oltre la grande nebbia dei secoli che, insieme a opere eccezionali realizzate in suo nome (di fede, di carità, di arte), hanno accatastato di ogni che impediscono di vederlo e di sentirlo.
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