domenica 22 novembre 2020

Narrativa, Scuola, Politica, Chiesa: Cercasi, con urgenza, un nuovo pensiero e nuove parole

 


A parte il Dante di Alessandro Barbero – gran bella lettura – pochi, tra i libri che ho letto in queste ultime settimane, mi hanno convinto. Non mi sarebbero piaciuti neppure “prima”, ma qualcosa di buono mi sarei sforzata di trovarla. Ora, no: il senso di noia prevale sull’eventuale aspetto positivo. Siamo in una fase di transizione ed è chiaro che quello che è stato scritto “prima” sconta un di più di irrilevanza se letto “adesso”.

La pandemia ci sta modificando e ci modificherà più di quanto ipotizziamo. Non solo perché rimescolerà i rapporti tra potenze mondiali e farà crollare interi comparti economici e ne farà sviluppare altri. Ma, perché produrrà anche sfumature differenti del pensiero e, quindi, del linguaggio.

Le parole dovranno trovare un’altra lucentezza per poter raccontare il prossimo futuro, via via che diventerà il nostro presente. Mi auguro che siano in molti ad attraversare, in questi mesi, la fatica di un necessario, quanto inevitabile, rinnovamento.

Anche la didattica deve cambiare. Con le scuole in parte funzionanti “a distanza”, in parte operanti come e quando si può, con classi intere in quarantena, non vedo ancora svilupparsi a sufficienza un dibattito che vada al di là del “bisogna riaprire le scuole”. La “didattica di prima”, che già era inadeguata, oggi lo è – per usare un eufemismo – ancora di più.

Anche la politica dovrà cambiare il suo linguaggio. Oggi, in Italia, il linguaggio della politica è fatto di approssimazione, ignoranza, vuoto a perdere, volgarità, un concentrato kitsch, che annulla ogni bellezza: e non può esserci passione per la “res-pubblica” senza ricerca di bellezza.

Anche la chiesa deve trovare un modo diverso di comunicare. Si chiude oggi un anno particolare per le celebrazioni liturgiche. Che, così come sono, mostrano stanchezza. Che, probabilmente, non è avvertita dai più fedeli che le frequentano, ma che resta visibile a tutti gli altri. Domanda: in un tempo che sta costringendo a cercare l’essenziale, che cosa è davvero essenziale per chi vuole riferirsi/ancorarsi al messaggio evangelico?

 

Consiglio di lettura per oggi, domenica che chiude l’anno liturgico: Dove c’è amore, c’è Dio, ovveroIl Natale di Martin” di Lev Tolstoj: si trova facilmente sul web.

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