domenica 8 novembre 2020

Il terzo genere

 


Quattro o cinque vite fa (sul piano personale) e appena mezzo secolo fa (nel tempo del mondo), mi occupavo (anche) di “studi di genere”. A quel tempo, che appare più lontano di quanto sia, lessi un bel po’ di testi – in larga maggioranza anglo-americani e francesi – concernenti la storia delle donne, spesso in relazione alla storia della famiglia. Gli “studi di genere” si potevano identificare nella rivendicazione del fatto che la soggettività delle donne andava ricercata e salvaguardata, non fatta rifluire nell’indistinto maschile. Ricostruire la sapienza, le idee, le azioni delle donne era un modo per prefigurare un mondo fatto non solo di “uomini”, in cui il femminile si annulla – ben espresso dalla terminologia dove “uomini” include entrambi i generi” – ma di “uomini e donne”, con queste ultime protagoniste della loro storia e della Storia, nelle sue articolazioni.

Poi, i miei interessi si sono sviluppati in altre direzioni e solo raramente mi sono occupata di “studi di genere”, fin quando me li sono trovati sbattuti in tutte le salse, ma con un significato sensibilmente modificato. Oggi, quando si parla di “genere”, si tende non a mettere in rilievo, bensì ad annullare le “donne”. Partendo dall’ovvia considerazione che gli umani sono frutto della cultura, si annulla il dato biologico: ovvero che si nasce “maschi” e di diventa “uomini” oppure “femmine” e si diventa “donne”. Che ci siano uomini che amano gli uomini e donne che amano donne, non tocca il fatto che si tratta, appunto, di uomini o di donne; e che, quando si cambia sesso, si passa dall’uno dall’altro.

In maniera diretta o indiretta da questa versione del “genere” derivano una serie di corollari: a) il genitore 1 e il genitore 2, al posto di padre e madre; 2) l’utero in affitto (che questo resta anche nella forma ingentilita di gestazione per altri); 3) il terzo sesso che la nuova vicepresidente americana ha indicato tra i prossimi obiettivi. (Ho fatto il tifo per lei e Biden; la loro elezione riapre speranze per il mondo)

Tutte cose che stravolgono ciò che siamo, il dato della realtà, che resta tale, anche quando ad esso non corrisponde il desiderio. Che vengano respinte dalla destra (che non è il mio luogo) e che la sinistra (che sarebbe anche casa mia), invece, le consideri la nuova tappa dei “diritti” non toglie che le consideri, semplicemente, sbagliate.

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