domenica 29 novembre 2020

Feltri, la Boldrini e la censura che ho applicato a Nisida

 


Laura Boldrini ha partecipato al Laboratorio di Politica di Nisida ed ha invitato i ragazzi a Montecitorio, offrendo loro anche il pranzo. Sono due gesti che mi hanno impedito di esprimere il dissenso che, molto spesso, ho provato nei confronti di sue posizioni.

Ma, nella sua polemica contro Mattia Feltri, non posso che schierarmi a favore del direttore dell’Huffington Post. Anche partendo – per quanto possa sembrare strano – proprio dall’esperienza che ho fatto a Nisida.

Dove, per un quarto di secolo, ho diretto Nisida News. Giornale d’Istituto, con tanto di registrazione al Tribunale. Con direttore lo stesso direttore del carcere. Ed io, appunto, direttore responsabile.

Nei primi anni della pubblicazione del giornale, chiedevo contributi anche a giornalisti, intellettuali, politici, operatori del sociale. Per un “fondo” l’avevo chiesto alla condirettrice di un periodico che, all’epoca, aveva un suo spazio in Campania. Lei mi mandò un testo con attacchi all’allora appena eletta Presidente della Camera, Irene Pivetti.

Nessuno che mi conosca può pensare che io abbia (avessi) simpatia per chi aveva preso il posto in cui c’era stata una sola donna: Nilde Iotti (!!!). Ma mi venne il mal di stomaco. 

Mi sembrò assurdo che le sfuggisse l’ovvio. Comunque, telefonai per dirle: “Dirigi un giornale su cui puoi esprimere le idee che vuoi, su tutto. Ma un giornale di un’Istituzione può mai attaccare la terza carica dello Stato?” Lei si rifiutò di comprendere. Io non pubblicai. Lei gridò alla censura e mi tolse il saluto.

(Una cosa simile, nel senso di uno scritto del tutto inopportuno per il nostro contesto, mi capitò con uno degli autori che hanno partecipato al nostro progetto di scrittura; ma in quel caso la mia “censura” non ha impedito che mantenessimo rapporti corretti: segno che l’intelligenza, comunque, esiste).

 

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