giovedì 22 agosto 2019

Gioacchino Criaco e Mara Rechichi: il Pellaro Libri Estate 2019 si chiude nel segno dei Bronzi




La proposta dello spostamento dei Bronzi a Locri? Il tentativo di sfondare le porte che chiudono ogni possibilità di futuro alla Locride in via di totale polverizzazione. Un urlo, a nome di centotrentaseimila persone, non per dividere reggini e abiatanti della costa ionica, ma per unire tutta quella nostra terra che non si rassegna ad un destino di morte e cerca prospettive, concrete, di futuro.





La seconda serata del Pellaro Libri Estate 2019 si conclude con un’appassionata, calorosa, vibrante dichiarazione di lotta e di amore per la Calabria nella sua interezza: una terra che il capraio – così si definisce – autore de La Maligredi (Feltrinelli editore) conosce nelle sue pieghe più nascoste, nei suoi miti, nel suo passato di sangue e di gelsomini e, tutta, riesce a contenere in una voglia di appartenenza e di riscatto: non parte infima e isolata dal mondo, ma mondo che sta nel mondo, senza nostalgie passatiste, ma con tutta la forza della sua enorme tradizione culturale (parole, usi, relazioni umane, anche fabbriche, ovvero possibilità di lavoro a partire dai tanti beni offerti dal territorio e tuttora non valorizzati).





A stimolare le risposte di Gioacchino Criaco, una bravissima (l'aggettivo giusto è: eccezionale) Mara Rechichi che ha via via tolto da una busta rossa alcuni oggetti (dalla ‘sudda al concentrato di pomodoro alla bottiglia di profumo al trenino) che richiamano aspetti e momenti de La Maligredi.






Non c’è stata la folla (che l’evento, lo dico senza recriminazione alcuna, avrebbe meritato) ma i presenti sono rimasti oltre la mezzanotte ad ascoltare, affascinati, i due interlocutori. Grazie a tutti e a ciascuno di loro.


E grazie, soprattutto, alla dirigente scolastica dell’IC Cassiodoro- don Bosco, Eva Nicolò. Che nella nostra tutt’altro che semplice realtà una scuola sia aperta, nelle notti di fine agosto, al dibattito culturale è – senza retorica alcuna – una piccola, grande, luce di speranza.



Foto di Nino Ferrara

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