Non conosco musica che equivalga al silenzio dell’alba
in campagna. Quiete assoluta. Con fruscii lievi di foglie e il ronzio di
qualche insetto. L’aria sospesa, che a poco a poco s’illumina di sole. Un canto
di gallo lontano. E, infine, ad annunciare il giorno nuovo, il suono delle
campane che arriva da San Leo.
E se ad ogni spina in più sulle mani ne cadesse
qualcuna dal cuore? Raccogliere fichi d’india (ficarazzi) è un esercizio di leggerezza. (Ma
anche raccogliere mandorle, fichi, o fiori di zucca. A proposito di fiori di
zucca, ho provato oggi una semplice e saporita salsa per gli spaghetti,
esaltata dallo zafferano prodotto a Motta San Giovanni: e coltivato, in
Calabria, fin dal tempo dei Greci.)
Raccogliamo rose nel giardino di una mia amica per
seccarle e farne una sorta di potpourri. Abbiamo scoperto che spetalare conversando è un’attività
molto gradevole. Soprattutto se, petalo dopo petalo, comincia a prendere forma,
grazie alla cultura e alla creatività di lei, un’idea che in me da troppo tempo
cercava una via di concretezza.
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