venerdì 21 settembre 2018

Patria di Fernando Aramburu







Che gran libro è Patria di Fernando Aramburo, pubblicato, in Italia, da Guanda. Era da tempo che non leggevo un romanzo così emozionalmente coinvolgente, così capace di delineare un’intera società e, insieme, così innovativo nella sua struttura narrativa.

In una comunità lacerata dal fanatismo politico, dove si susseguono gli attentati dell’Eta, due famiglie basche, che vivono in un paesino vicino a San Sabastiàn, quelle di Txato e di Bittori e di Joxian e Miren, con i loro rispettivi figli, passano, attraverso eventi drammatici (l’uccisione di Taxto e la prigionia di un figlio terrorista di Joxian e Miren) dalla più intensa amicizia alla distanza e all’odio per trovare poi una liberatoria riconciliazione.

La costruzione del testo polifonico a brevi capitoli focalizzati, senza un ordine temporale preciso, sui sette personaggi principali (eccezionale, soprattutto, la raffigurazione delle due madri), con l’inserimento di frasi in prima persona all’interno di testo in terza e un uso molto incisivo di termini baschi, restituisce dall’interno il clima opprimente e malato di una società accecata dal sanguinoso mito dell’Eta, con tutto il relativo carico di violenza, omertà, connivenze, paure, minacce, solitudini.

Uno dei più grandi romanzi europei degli ultimi anni, quasi un suggello letterario alla fine della lotta armata basca.

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