Martedì 18 settembre, Il Mattino ha pubblicato un articolo di Daniela de Crescenzo che
riprendeva alcuni miei post. Tema: le opinioni dei ragazzi di Nisida
sulla scelta di alcuni magistrati, in particolare reggini, di togliere la
patria potestà ai figli dei boss.
Oggi, Marcella Oliva ha ripreso l’argomento sulle
pagine de Il Fatto quotidiano.
In entrambi i casi, le due giornaliste hanno correttamente
parlato con me prima di scrivere i loro pezzi.
Poiché più di uno mi ha chiesto delle ulteriori
precisazioni, provo a ribadire il mio pensiero.
Con una premessa: i post ripresi dal mio blog sono del
gennaio 2017, ovvero, con l’attuale la rapidità dei cambiamenti della nostra
platea scolastica, non è detto che, rifacendo in classe le stesse domande,
avrei ora risposte simili o equivalenti.
Non ho dubbi che togliere la patria potestà sia, in
alcuni limitati e specifici casi, ciò che bisogna fare. Ma ne moltissimi sul
fatto che tale scelta possa diventare una modalità normale di contrasto alla
devianza minorile.
Ai ragazzi che crescono in condizioni più difficili e
problematiche vanno offerte più possibilità (scuola di qualità e a tempo pieno,
sport, associazioni ecc. ecc.) che gli diano un orizzonte più ampio e gli
consentano di scegliere liberamente il proprio futuro.
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