Shimeta Iegmeta
Attilaprofeti, un giovane etiope, si presenta, nel 2010, a casa di Ilaria
Profeti, dicendole di essere figlio del figlio mai riconosciuto del padre di
lei, un novantacinquenne che ha ormai perso la memoria.
Inizia così, per Ilaria,
una ricerca che, riunendo i tasselli di una famiglia a dir poco atipica, unisce
il presente dell’immigrazione africana in Italia con il passato coloniale del
nostro paese.
Sangue
giusto di Francesca Melandri, recentemente edito da Rizzoli,
è un libro vivido e coinvolgente, di quelli che accompagnano il lettore ben
oltre la parola fine.
Ci sono decine e decine
pagine su cui è doloroso soffermarsi per la vergogna della nostra vicenda
coloniale, con i terribili corollari delle uccisioni, dei gas, degli stupri, e
l’infamia delle leggi razziali che definivano la superiorità dei bianchi sui
neri.
Una grande macchia nera,
che l’Italia repubblicana non ha mai voluto affrontare fino in fondo e che qui
emerge prepotentemente, in una vicenda che lega le vicende inventate della
famiglia Profeti con la storia, reale, del nostro paese.
Ripercorrere i fili del
passato non è un esercizio astratto di memoria, ma la filigrana necessaria per
leggere il presente, non privo, anch'esso, di aspetti bui.
Se dovessi consigliare uno
solo dei romanzi usciti di recente, consiglierei questo.
Non è, forse, quello
letterariamente perfetto. Ma è un romanzo che, con una trama sorprendente e personaggi
di grande autenticità, illumina più di un lato oscuro del paese, spalancando, a
chi legge, un orizzonte molto più ampio e profondo.
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