Il giorno in cui Viola
sbocciò c’era un sole splendente che anticipava la primavera. Si ritrovò in un
vaso con tante Viole uguali a lei, qualcuna più grande e qualche altra più
piccola. Erano tutte belle e gentili. Il profumo quasi la stordiva. Una bambina
venne ad innaffiare il vaso: le piacque sentire scorrere l’acqua fino alle
radici.
Quando il sole tramontò,
Viola sentì arricciarsi i petali dal freddo, e la paura la fece ripiegare sul
fragile gambo. Ma le novità del giorno l’avevano stancata e si addormentò
presto.
Tornò di nuovo il sole e
Viola fu di nuovo felice. Anche le altre Viole s’erano svegliate e ridevano al
nuovo giorno. Viola vide che qualcuna, però, non riapriva i suoi petali e ne
chiese il perché. Le dissero che non lo sapevano, capitava così. S’adombrò
Viola, ma la giornata fu bella, anche la bambina le venne a trovare, e se ne
scordò.
Vennero anche i giorni di
pioggia, che le fecero il solletico e quelli di vento, che sembrarono
trasportarla lontana. La sera le veniva sempre un po’ di paura, ma la mattina
gioiva di ritrovarsi viva.
E pensava che, quando
sarebbe stato il suo momento di non svegliarsi più, le sarebbe dispiaciuto
assai. Ma che già era infinito ch’avesse visto il cielo, il sole e la bambina.
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