mercoledì 14 febbraio 2018

Quaresima tempo d'austerità







Se la parola che concentra l’Avvento è attesa, quella che della Quaresima è austerità.

Austerità non è cupo restringimento della vita, ma bellezza che si sprigiona dalla serietà, dalla responsabilità, dal senso del dovere: dalla consapevolezza, in fondo, che siamo polvere, eppure destinati all’eternità.

L’Avvento assomiglia ad un fiume in cui ci si trova immersi anche senza accorgersene: tutti (o quasi) si affrettano ad una festa che riunisce parenti ed amici intorno ad una tavola, si dia o meno, in tempi più a che post cristiani, un senso religioso al Natale.

La Quaresima sfocia nella memoria di un evento che è discrimine tra chi nel cristianesimo si riconosce e chi no: implica una scelta più consapevole.

Eppure, i valori che ruotano intorno alla serietà del vivere, al valore collettivo e trascendente del nostro tempo sulla terra non sono esclusivi di una fede. Fanno anch’essi parte del dna delle persone. Magari nascosto, molto nascosto. E ci vuole un bel po’ di silenzio per ascoltarne la voce sottile.

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