Riprendo
da un blog che leggo con grande interesse – Il
mestiere di scrivere di Luisa Carrada http://blog.mestierediscrivere.com/
– queste considerazioni (il post si intitola Intimissimi libri) che condivido pienamente:
«L’e reader fa parte delle cose che porto sempre
con me e che sposto quando cambio borsa, come il portafoglio, la trousse, le
chiavi, i fazzolettini di carta. Con i libri e i loro autori vivo una nuova,
irrinunciabile, intimità.
Mi piace anche solo l’idea di poter aprire un libro
ovunque, anche solo per tre minuti. Mi piace poter leggere proprio ora il libro
di cui ho bisogno per sentirmi meno sola e meno triste o per poter glorificare con
la lettura un momento di grazia. Può essere anche il polpettone d’amore o il giallo disimpegnato, come mi è successo nei giorni scorsi.
Cerco, clic, arriva, sprofondo. Mi piace ingrandire e diminuire i caratteri
secondo la luce, la stanchezza, l’ambiente. Vedere un testo che mi viene
incontro, non solo un testo che è lì ad aspettarmi.
Mi piace viaggiare con una biblioteca al seguito, che sta nella tasca del mio zaino già pieno.
Mi piace non farmi scoraggiare dallo spessore di quattro centimetri e affrontare con baldanza e noncuranza cinquecento pagine. Mi piace continuare a leggere finché le palpebre si chiudono, grazie alla leggerezza che tengo tra le mani. Agli editori non chiedo un flipback, ma un ebook che possa anche prestare – non dico a tanti, ma almeno a due –, annotare meglio e in modo più personale. E quelle note, quei brani sottolineati, portarli fuori con facilità perché possano dar vita a qualcosa di nuovo. Per queste cose sarei dispostissima a pagare di più, giuro. L’intimità, la vicinanza, la promiscuità tra libri e lettori. Cari editori, scommettete su questo!»
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