Scrive Mara Rechichi che lei
vorrebbe tanto votare, domenica prossima, ma non glielo fanno fare. (http://www.zoomsud.it/index.php/commenti/68591-io-alle-europee-vorrei-votare-ma-non-me-lo-fanno-fare.html).
Non ho il suo problema, ma davvero capisco poco come non si riesca, con la
tecnologia avanzante, a fare in modo che si possa votare non necessariamente
sotto casa.
Non mi è piaciuta la campagna elettorale.
Non che mi aspettassi un altissimo livello di dibattito.
Ma l’aver ridotto, in larga
parte, quello che avrebbe dovuto essere il confronto – serrato, polemico, ma
RAZIONALE – sull’ Europa che vogliamo in
un ring di mazzate (non direi di boxe, che, anch’essa, può essere sport nobile), inquinando ulteriormente
l’aria del paese con (ulteriori) cumuli di veleno lo trovo davvero una gran
brutta cosa.
E c’è un’altra cosa che sempre
più mi infastidisce. Questo dover essere di un gruppo o di un altro, comunque vincenti, pena l’essere un residuo inutile. Non parlo delle soglie di ingresso nei vari consessi (che
fanno parte della democrazia), ma proprio di questo naso troppo arricciato
verso chi la soglia magari non la supererà (e non è detto che non proponga cose
magari migliori di chi vincerà).
Perché la democrazia è la cosa
migliore che abbiamo inventato e la dobbiamo difendere con le unghie e con i
denti. Ma le maggioranze che escono dalle elezioni non necessariamente sono…perfette.
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