Epoca complessa –
qualcuna non è (stata)? – il Medioevo è stato un lungo ed eccezionale capitolo
della nostra civiltà, con molti lasciti nella nostra quotidianità: dai bottoni
agli occhiali, dai comuni a chiese di grande bellezza alla nostra stessa
lingua. Continuare a usare l’espressione “ritorno al Medioevo” per ogni cosa
considerata, a torto o a ragione, una diminuzione di umanità è un cliché
fastidioso: una forma di pigrizia mentale e/o di vera e propria sclerosi del pensiero
oppure di compiacimento della propria ignoranza: un vizio da evitare.
Non capisco come qualcuno/a possa parlare
dell’aborto come «valore». Non è certo così sul piano morale, ma non lo è
neppure nella nostra legislazione. Sullo “scandalo” di Verona – dove la
capogruppo Pd, subito accusata di voler far tornare l’Italia al Medioevo, ha
votato a favore di norme che aiutino le donne che lo vogliano a non abortire – riprendo
due interventi che mi sembrano pertinenti.
Il primo, non firmato è di Avvenire:
«È stato quasi un riflesso condizionato giunto da
un passato ideologico che speravamo finalmente confinato ai margini della
dibattito pubblico italiano. Se si cerca di tutelare la vita nascente offrendo
un aiuto alle donne tentate o spinte verso l’aborto (aiutarle senza
criminalizzarle, restando cioè nell’ambito dell’attuale legislazione), sarebbe
plausibile pensare che tutti coloro che hanno a cuore i valori fondanti della
nostra società si associno. O, per lo meno, non si mettano di traverso. Ma il
Pd nazionale, ieri, ha perso un’occasione importante, scagliandosi contro la
sua capogruppo in Comune a Verona, “rea” di avere votato a favore di una
mozione tesa a limitare il ricorso all’aborto. Si è dimenticata la libertà di
coscienza sui temi eticamente sensibili. Soprattutto, si è data la nefasta
impressione di volere difendere un diritto a “escludere” e a “sopprimere”
proprio quando si contesta ad altri, su altri fronti, la volontà di “escludere”
e “rifiutare”. Un errore, è il caso di dirlo, mortale.»
«Per la verità: la legge 194 non è una
legge a favore dell’aborto ma a tutela della donna. Il principio esplicito
della legge è dettare “norme per la tutela sociale della maternità e
sull’interruzione volontaria della gravidanza”. Così detta la legge: norme. Che
significa? Che la 194, a differenza di altre legislazioni, non concepisce
l’aborto fornito liberamente a chi lo chiede ma lo considera lecito in alcuni
casi e considera l’aborto non come un diritto privato e personale, come credono
alcuni, ma come questione sociale, subordinata al vero principio della 194. Che
non è libertà assoluta di aborto ma la” rilevanza sociale della maternità”. La
legge, in sostanza, configura situazioni di ammissibilità (tra cui la salute e
la tranquillità psicologica della donna) di un atto considerato, in linea di
principio, negativamente. Insomma: chi è in linea di principio “a favore della
vita” può essere (per me laico dovrebbe) a favore della 194. E, in quanto
legge, non impedirne la sua applicazione. Questa è la 194. Ve ne siete
dimenticati dirigenti del Pd? Si dissenta pure da Carla Padovani. Ma senza
barare. Non è l’aborto un valore del Pd, come dice qualche dirigente in modo
idiota. Lo è il rispetto di una legge, la 194, che non è “per l’aborto”, come
si dice, ma per la sua “decriminalizzazione” e sottomissione a “norme”. La 194
fu scritta per poter essere tollerata e rispettata anche da credenti e dalla
Chiesa. Ve ne siete scordati? Io ho l’età e la storia (ero militante del Pci
all’epoca) per ricordarlo. La posizione di quel partito, che ispirò la 194, non
era uguale a quella del partito radicale. Si può dissentire dalla capogruppo
del PD a Verona, che ha sostenuto una mozione ispirata dai nemici della 194, ma
non sostenere il falso: che l’aborto sia un “valore”. E, tantomeno, invocare,
come fa Orlando, la commissione di garanzia per Padovani. Sarebbe
intollerabile: non si invoca la commissione per Emiliano, uno che calpesta,
rompe, umilia, violenta ogni giorno il partito che lo ha eletto e si richiedono
provvedimenti per una persona che, sbagliando, ha espresso un voto di
coscienza. Questo è stalinismo. Sono le porcate e le pugnalate alle spalle di
Emiliano e soci che dovreste punire. Non il voto della Padovani. Due pesi e due
misure? Molto vigliacco, per quanto mi riguarda.»
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