Si
può fare musica, in luogo pubblico, la sera dei funerali della tragedia di
Genova?
Sì, se la musica è quella dell’Orchestra Giovanile di Fiati di
Delianova e lo scenario quello, bellissimo, della terrazza del Museo
Archeologico di Reggio, tra lo Stretto e l’Aspromonte.
(La ripetuta
definizione del lungomare reggino come più bel chilometro d’Italia mi sembra
stucchevole, ma dubito che ci sia un museo che abbia una terrazza comparabile
con quella del MarRc).
Il direttore del Museo Archeologico di Reggio Calabria Carmelo Melacrino |
Una
ragazza, giovanissima, ha lo sguardo fisso sul maestro di musica, attenta al
gesto che le dica che è il suo turno per suonare. Mi sembra la
materializzazione di un verso del Salmo 122: Come gli occhi di una schiava alla mano della sua padrona, così i
nostri occhi al Signore nostro Dio… dove non c’è esaltazione del
servilismo, ma della fiducia in chi può davvero farti da maestro.
I
suoni fanno emergere immagini ed emozioni. Ho nel cuore molta Calabria e molta
Nisida. Volti di ragazze e ragazzi. Alcune e alcuni soprattutto. Mi piacerebbe
potergli inviare, stanotte, uno di questi suoni.
Un
attimo solo, ma non posso lasciare il Museo senza uno sguardo ad alcune anfore
ritrovate anni fa ad Occhio. L’incuria in cui viene lasciato il luogo del
ritrovamento è un’offesa a tanta bellezza.
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