Ci sono battaglie perse in partenza. Perché la
storia cammina in un certo modo e, giuste o sbagliate che siano, a certi snodi,
prende certe vie. Talvolta, una volta preso l’abbrivio, rotola in fretta verso mete con cui, poi, dovrà fare
i conti: ma, sul momento, rotola, appunto.
Così, penso, è/sarà per l’eterologa, l’utero in affitto, il
matrimonio di due persone dello stesso sesso.
Cose che sono e/o diventeranno legali in tempi
non lontani. Il che non vuol dire che siano giuste.
Con tutto il rispetto per chi la pensa
diversamente da me (che, forse, è già la maggioranza del paese, e forse ancora una
minoranza che si approssima, però, a diventare maggioranza), considero tutto
questo un errore sociale.
Non un peccato, una colpa, qualcosa di discutibile
moralmente, religiosamente, ma proprio qualcosa di socialmente negativo perché
va contro l’essenza dell’uomo: contro quella parte assoluta dell’umana identità
che nessuna modificazione culturale, nessun cambiamento storico può
trasformare, a meno di non fare degli esseri umani altra cosa rispetto a quel genere che i millenni hanno conosciuto.
(Come lo è la trasformazione, nel linguaggio di tanti/e, dell’aborto da dramma
a diritto).
Non faccio parte delle Sentinelle in piedi, non ho preso né penso di prendere parte alle
loro silenziose letture in piazza. Ma ieri, su Fb ho letto molti commenti alle loro
iniziative domenicali. Commenti che, in taluni casi, trapassavano dall’ironico al
sarcastico, facendo trapelare un (magari non voluto) senso di superiorità (noi,
gli intelligenti, i moderni, quelli di aperte vedute) di contro a chi – pensando
che il matrimonio è faccenda di un uomo e di una donna e che un figlio è
faccenda di un padre e di una madre – evidentemente è un troglodita, un
cattolico reazionario.
Ora – riconoscendo a ciascuno dei miei amici feisbucchiani il diritto di dire
la sua con tutto il sarcasmo che preferisce, anch’io rivendico il diritto ad
esprimere serenamente le miei
opinioni. Consapevole che, se le leggi vanno rispettate, la coscienza ha, per
ciascuno, la priorità: e obbedire al senso comune della propria epoca non
necessariamente è una virtù.
Sull’argomento, cfr questo mio intervento su Zoomsud
in risposta a quello di Antonio Calabrò http://www.zoomsud.it/index.php/cronaca/73518-reggio-la-regressione-delle-sentinelle-che-non-riescono-ad-avanzare.html
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