lunedì 20 ottobre 2014

Il miracolo dell'Infinito






Ci sono cose che rifaccio, a Nisida, ogni anno.
Qualunque sia il gruppo di ragazzi/e presenti a scuola.
Qualunque siano il tema, i progetti, le specifiche iniziative dell’anno.

Per esempio, non c’è stato un periodo d’Avvento, in questi ultimi trenta anni, che non abbiamo visto Natale a casa Cupiello. Con reazioni, da parte dei ragazzi, diverse. Potrei quasi, forse, indicare le caratteristiche d’ogni anno scolastico nisidiano a partire, proprio, da quelle diverse reazioni.

Oppure, la giornata Infinito.

Stamattina, come ogni anno, ho detto ai ragazzi: “Adesso vi recito una poesia. È molto breve, dura solo qualche minuto. Ascoltatemi attentamente. Se preferite, chiudete gli occhi. Non provate a capire che cosa dice, cosa significano le singole parole, ma state a sentire che emozione vi dà”.

E, come ogni anno, ragazzi (che il nome Leopardi lo associano, al massimo, ad una stazione della metropolitana) mi hanno dato le stesse risposte che i loro compagni mi hanno dato venti, dieci, cinque anni fa.

Un immediato “bella”, seguito da una serie di endiadi: solitudine e pace, malinconia e quiete, tristezza e felicità.

Emozioni da cui poi partiamo per leggerla, e rileggerla, insieme.





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